2008-03-12
di KATIUSCIA VASELLI
C ALICI, CANDELIERI, statue in cartapesta, residenze, crocifissi, tele, leggii, tessuti ricamati: gli ori tornati a splendere, le fisionomie liberate da incongrue sovrapposizioni, gli strappi ricuciti, le lacune riempite, gli insulti del tempo volutamente mai del tutto cancellati, ma ammorbiditi e attenuati dal restauro. Queste e mille altre ricchezze nel museo degli arredi sacri della Tartuca inaugurato ieri pomeriggio alla presenza del prefetto Giulio Cazzella, del vicepresidente del Banca Monte dei Paschi Ernesto Rabizzi che ha portato i saluti del presidente Mussari, dei priori e dirigenti delle Consorelle, di tante altre autorità cittadine e naturalmente del popolo tartuchino chiamato a presenziare al taglio del nastro da parte del priore di Castelvecchio Alessandro Notari. Un grande intervento, un momento emozionante per i contradaioli che grazie al lavoro degli addetti al museo, della Contrada tutta, soprattutto del progetto dellarchitetto Andrea Milani, hanno potuto godere di unaltra parte rinnovata di un complesso museale che da anni è in attesa di rinascita. Ieri il giorno della soddisfazione, dellorgoglio per quegli angoli di tufo da cui sbucano pozzi e nicchie, dove ogni cono dombra diventa spiraglio di luce grazie al sapiente lavoro di Milani e dei suoi collaboratori. Poi una perla che si aggiunge al già molto ricco patrimonio riportato ad antico splendore, nella parte museale che si snoda a partire dalloratorio di SantAntonio da Padova e che presto vedrà aggiungersi rinnovati spazi per larchivio, per leconomato, per altri ambienti necessari alla Tartuca: il magnifico ammaio delle Quaranta Ore, che nella sua integrità soltanto la Tartuca conserva. I lavori, che sono durati diversi mesi hanno interessato oggetti che vanno dal XVII al XX secolo, il cui uso a volte è desueto e oggi sconosciuto ai più, come ha spiegato Narcisa Fargnoli . Un patrimonio ingente e prezioso quello riportato alla originaria bellezza, e per questo la Tartuca ha voluto rendere omaggio a quanti hanno reso possibile levento: al Monte e alla Fondazione vassoi in vetro lavorato in oro e platino a ringraziamento dei finanziamenti, poi stampe del paggio della Tartuca di Luigi Mussini e volumi inerenti alla storia della Contrada a quanti hanno contribuito al nuovo splendore del patrimonio contradaiolo. Fra le novità di ieri anche lannullamento delle corse di Monteroni di domenica per via del fondo impraticabile. Non si sa ancora quando (e se) verranno recuperate. Erano iscritti 21 puri e 35 mezzosangue.
di KATIUSCIA VASELLI
C ALICI, CANDELIERI, statue in cartapesta, residenze, crocifissi, tele, leggii, tessuti ricamati: gli ori tornati a splendere, le fisionomie liberate da incongrue sovrapposizioni, gli strappi ricuciti, le lacune riempite, gli insulti del tempo volutamente mai del tutto cancellati, ma ammorbiditi e attenuati dal restauro. Queste e mille altre ricchezze nel museo degli arredi sacri della Tartuca inaugurato ieri pomeriggio alla presenza del prefetto Giulio Cazzella, del vicepresidente del Banca Monte dei Paschi Ernesto Rabizzi che ha portato i saluti del presidente Mussari, dei priori e dirigenti delle Consorelle, di tante altre autorità cittadine e naturalmente del popolo tartuchino chiamato a presenziare al taglio del nastro da parte del priore di Castelvecchio Alessandro Notari. Un grande intervento, un momento emozionante per i contradaioli che grazie al lavoro degli addetti al museo, della Contrada tutta, soprattutto del progetto dellarchitetto Andrea Milani, hanno potuto godere di unaltra parte rinnovata di un complesso museale che da anni è in attesa di rinascita. Ieri il giorno della soddisfazione, dellorgoglio per quegli angoli di tufo da cui sbucano pozzi e nicchie, dove ogni cono dombra diventa spiraglio di luce grazie al sapiente lavoro di Milani e dei suoi collaboratori. Poi una perla che si aggiunge al già molto ricco patrimonio riportato ad antico splendore, nella parte museale che si snoda a partire dalloratorio di SantAntonio da Padova e che presto vedrà aggiungersi rinnovati spazi per larchivio, per leconomato, per altri ambienti necessari alla Tartuca: il magnifico ammaio delle Quaranta Ore, che nella sua integrità soltanto la Tartuca conserva. I lavori, che sono durati diversi mesi hanno interessato oggetti che vanno dal XVII al XX secolo, il cui uso a volte è desueto e oggi sconosciuto ai più, come ha spiegato Narcisa Fargnoli . Un patrimonio ingente e prezioso quello riportato alla originaria bellezza, e per questo la Tartuca ha voluto rendere omaggio a quanti hanno reso possibile levento: al Monte e alla Fondazione vassoi in vetro lavorato in oro e platino a ringraziamento dei finanziamenti, poi stampe del paggio della Tartuca di Luigi Mussini e volumi inerenti alla storia della Contrada a quanti hanno contribuito al nuovo splendore del patrimonio contradaiolo. Fra le novità di ieri anche lannullamento delle corse di Monteroni di domenica per via del fondo impraticabile. Non si sa ancora quando (e se) verranno recuperate. Erano iscritti 21 puri e 35 mezzosangue.
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