Arezzo, 23 dicembre 2010 - Patteggia anche Samuele. Perlomeno è pronto ad esplorare l’ipotesi di un patteggiamento, accodandosi alle trattative, già in corso, fra Eutelia e il resto della famiglia Landi sotto processo per la bancarotta del gruppo telefonico di Calamandrei.
Uno scenario dal quale finora era rimasto fuori l’ex amministratore ed ex uomo forte dell’azienda, da mesi in esilio a Dubai, inseguito da un ordine di custodia cautelare della procura di Roma, ancora bancarotta, ma per il versante Agile del complesso di inchieste aperte su Eutelia. Ma adesso Samuele si adegua, dicendosi disponibile, per tramite dei suoi legali, a considerare l’ipotesi di una soluzione morbida: risarcimento, anche ai piccoli azionisti, e patteggiamento che consenta di non superare i cinque anni di pena.
Tutto sommato non la peggiore della soluzioni, considerato che per i medesimi reati, ossia associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, Callisto Tanzi di anni se ne è presi diciotto, sia pure nell’ambito di un crack, quello di Parmalat, enormemente più grande e più clamoroso. Il passo indietro di Samuele, che fino alla vigilia veniva dato per un duro deciso ad affrontare il processo senza compromessi, è la grande sorpresa di questo nuovo atto dell’udienza preliminare di cui già si sapeva che sarebbe finito con un rinvio. Infatti. Il Gip Anna Maria Lo Prete fissa nel suo calendario una nuova data, quella del 28 febbraio. Per allora la trattativa fra i Landi e la gestione commissariale di Eutelia dovrebbe essere conclusa o comunque in dirittura di arrivo. Compresa l’autorizzazione ministeriale di cui i commissari hanno bisogno per firmare eventuali accordi transattivi.
Di cifre ufficialmente non si parla, anche se è difficile pensare a un’intesa che stia sotto i venti milioni di euro ed è possibile che si vada anche molto oltre, ora che in gioco entra anche l’enfant gatè della famiglia Landi, quello che era stato il principale architetto della grande esplosione del gruppo, fra il 2000 e il 2008 e che poi aveva separato le sue sorti dal resto dei parenti, fino ad abbandonare ogni carica nel consiglio d’amministrazione, prima ancora dell’ultima fase della gestione Pizzichi e della dichiarazione di amministrazione straordinaria, ai primi di giugno. E’ l’avvocato Amedeo Di Segni, da qualche mese difensore di Samuele, a sparigliare le carte. Sappiamo che c’è una trattativa in corso, spiega in udienza, ma finora noi non siamo stato interpellati. Adesso anche l’ex Ad, continua, è pronto ad esplorare la strada dei riti alternativi, formula che allude ovviamente al patteggiamento.
E visto che gli altri Landi (ieri per loro c’era l’avvocato Alessandra Cacioli) concentrano i loro sforzi nel pagamento dei danni all’azienda, Samuele potrebbe farsi carico di quelli dei piccoli azionisti. Dichiarazione che ovviamente non dispiace affatto all’avvocato Alessandro Liberatori e al figlio Lorenzo che lo rappresenta in udienza: sono loro che si sono costituiti parte civile per gli azionisti di minoranza, anch’essi tra le principali vittime, se è vero il meccanismo ipotizzato dal Pm Roberto Rossi (nella foto) (un altro che dall’udienza esce col sorriso pieno): una novantina di milioni di euro fatti sparire dai bilanci ufficiali di Eutelia e portati in Svizzera o tramite triangolazioni societarie con Sofia e Bucarest o per mezzo di cessioni fittizie di rami di azienda.
Mentre l’ex amministratore delegato si inserisce prepotentemente nella trattativa che col risarcimento dei danni potrebbe consentire ai Landi di ottenere la relativa attenuante e di rientrare quindi nei cinque anni di pena, il limite del patteggiamento, si comincia a capire qualcosa in più del modo in cui la famiglia pagherà. In aula si è parlato di conferimento ad Eutelia di immobili facenti capo direttamente ai Landi. Poi potrebbe esserci anche una quota in denaro liquido. Quanto agli altri imputati, alcuni come Marcello Pallini, difeso dall’avvocato-sindaco Beppe Fanfani e dal figlio Luca, potrebbero accodarsi al patteggiamento. Per altri invece potrebbe essere più conveniente aspettare la prescrizione ormai vicina. Comunque sia, a questo punto è assai meno probabile che i Landi si ritrovino ad affrontare l’onta di un pubblico processo. A loro conviene, ad Eutelia anche, il Pm Rossi è d’accordo. Ormai la soluzione è quasi dietro l’angolo.
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