Arezzo, 10 marzo 2011 - Si è presentato al suo datore di lavoro chiedendogli soldi in prestito, per fronteggiare un momento di difficoltà. Ma nel frattempo gli ha messo sulla scrivania una lettera in italiano stentato, ma dal tono chiaramente intimidatorio: "Un segno l’hai già ricevuto. Non potrai scappare, Dio ti punirà".
E il 'segno', secondo gli inquirenti, era l’agguato di cui era rimasto vittima, a metà febbraio, il titolare della più importante azienda toscana nel settore dei trasporti internazionali di poltrone e divani della provincia di Pistoia.
Con l’accusa di estorsione in flagranza, i carabinieri hanno arrestato Alfred Sobarnia, 56 anni, polacco, residente a Subbiano. La sera dell’agguato, il 21 febbraio, il giovane imprenditore era stato atteso sotto casa, a Quarrata, da quattro banditi incappucciati che avevano cercato di picchiarlo e poi gli avevano spruzzato spray urticante sul volto.
Alla fine erano fuggiti a piedi. Qualche giorno dopo il polacco, che svolgeva da tempo per Chiti trasporti in subappalto, si era presentato con quella lettera. A Chiti il trasportatore polacco aveva chiesto 20mila euro.
Entrambi gli episodi erano stati subito riferiti ai carabinieri che si erano messi immediatamente al lavoro e l’iniziale ipotesi dell’ennesimo tentativo di assalto in villa aveva assunto subito, invece, un altro aspetto, dai contorni estorsivi.
Ieri mattina, in procura, c’è stato l’interrogatorio di convalida del trasportatore, difeso dall’avvocato Alessandra Joseph del foro di Arezzo. L’arresto è stato convalidato dal gip Alessandro Buzzegoli e l’uomo resta in carcere. Le indagini proseguono per risalire all’identità dei banditi incappucciati.
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