Arezzo, 25 maggio 2011 - E' una rivoluzione copernicana, il progetto del tratto aretino della Due Mari che cambia completamente aspetto. Non più il nodo di Olmo, ma un raccordo che partirà direttamente dal casello di Battifolle dell'Autosole per raggiungere Palazzo del Pero, dove comincia adesso il tratto già in esercizio della Grosseto-Fano verso la Valtiberina. E' il piano cui in gran segreto si stava lavorando da un paio di mesi e che adesso la "Nazione" svela nell'edizione di Arezzo stamani in edicola.
In sostanza viene abbandonato quello che nel gergo dell'Eterna Incompiuta era diventato il nodo di Olmo, il tratto che avrebbe dovuto collegare San Zeno, dove si interrompe il tratto proveniente dalla Valdichiana e da Monte San Savino, a Palazzo del Pero, passando per Palazzo del Pero. Due tronchi a quattro corsie: da San Zeno a Santa Maria e da Santa Maria a Palazzo del Pero. Bene, va tutto in archivio, compreso l'attuale tratto della Valdichiana, che sarebbe declassato a direttrice per il traffico locale. La Due Mari, invece, confluirà nella Autosole al casello Valdichiana di Bettolle e ne uscirà a quello di Battifolle ad Arezzo. Di là appunto partirebbe un nuovo tronco, già con il nome di Due Mari, che tagliando verso Agazzi farebbe da tangenziale sud alla città e prima da raccordo fra Arezzo e l'Autosole.
Si elimina così anche la necessità di raddoppiare l'attuale raccordo Arezzo-Battifolle. In futuro diventerà una strada a scorrimento lento e gratuita, a disposizione di chi non vuole pagare per accelerare i tempi. Chi invece preferisce un collegamento veloce potrà optare per il nuovo raccordo Battifolle-Agazzi-Palazzo del Pero, che avrebbe due uscite in corrispondenza della città. Ovviamente pagando il pedaggio
L'obiettivo dell'Anas è quello di tagliare i costi rispetto al Nodo di Olmo (la spesa prevista era di quasi 300 milioni di euro) e di rendere dunque più facile il trovare i fonti per realizzare i tratti aretini. Contemporaneamente, si spera, grazie al pedaggio in un collegamento dal quale attualmente passano 15 mila veicoli al giorno (il top della rete viaria aretina) di rendere l'investimento appetibile per un eventuale socio privato dell'Anas che interverrebbe grazie alla formula del project financing. Cioè pagando adesso gran parte dell'opera e poi rifacendosi grazie alla concessione trentennale del pedaggio.
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