Arezzo, 7 dicembre 2011 - Deciso salto di qualità nella lotta all’evasione fiscale nella provincia di Arezzo: nei giorni scorsi, infatti, le Fiamme Gialle del locale Comando Provinciale hanno sequestrato beni immobili per 1 milione di euro ad un notissimo imprenditore sportivo aretino di 58 anni, Valmiro Presenzini, originario di Foiano della Chiana, indagato nell’ambito di un’ ingente frode fiscale realizzata nel settore delle sponsorizzazioni sportive, grazie alla quale l’imprenditore ha potuto finanziare illecitamente una nota scuderia automobilistica, iscritta al campionato mondiale di granturismo.
Il provvedimento ( “sequestro per equivalente”), primo del genere adottato dall’Autorità Giudiziaria di Arezzo in relazione a reati fiscali, è stato effettuato a (parziale) garanzia del recupero delle somme illecitamente sottratte all’Erario ed ha riguardato 5 appartamenti, situati nel capoluogo e nella Val di Chiana, che le indagini hanno accertato essere comunque nella disponibilità dell’indagato nonostante i tentativi di dissimularne la proprietà.
Valmiro Presenzini e il suo avvocato Marco Bufalini negano tutto: le fatture la scuderia le ha ricevute regolarmente e altrettanto regolarmente le ha stornate dai propri conti fiscali. Se poi qualcuno ha evaso le tasse a monte, la Pro Team e il suo titolare non c'entrano. Per questo è stato già presentato un ricorso contro il sequestro al Tribunale del Riesame. Sarà discusso il 13 dicembre.
A svelarequello che viene ritenuto un complesso e sofisticato sistema fraudolento escogitato sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, al termine di indagini protrattesi per più di un anno.
L’imprenditore aretino, deferito alla Procura della Repubblica per plurime ipotesi di reato previste dalla normativa penale-tributaria, aveva creato un fitto reticolo di imprese “cartiere”, dislocate nel Lazio, in Umbria e nelle Marche, intestate a prestanomi e prive di struttura imprenditoriale, costituite ad hoc al solo fine di emettere fatture per operazioni inesistenti, le quali, dopo un breve periodo, sparivano senza assolvere agli obblighi fiscali lasciando ingenti debiti tributari.
Per rendere più difficoltosa la ricostruzione del vorticoso giro di fatture false, nel sistema di frode venivano inserite anche delle imprese “filtro”, sempre riferibili all’imprenditore aretino, che annotavano in contabilità le fatture fittizie delle imprese “fantasma” ed emettevano, a loro volta, fatture false per le imprese utilizzatrici finali, vere beneficiarie della frode fiscale, tra cui figura principalmente la scuderia automobilistica aretina, recentemente posta in liquidazione.
Questo sistema, che andava avanti dal 2002, realizzato attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture fasulle per oltre 50 milioni di euro, ha consentito all’imprenditore aretino ingenti risparmi d’imposta, quantificati in alcuni milioni di euro indebitamente sottratti al Fisco, garantendogli la possibilità di finanziare l’ attività della propria scuderia automobilistica e di effettuare gli investimenti immobiliari finiti sotto il mirino della Procura della Repubblica.
Con Presenzini sono stati denunciati all’ Autorità Giudiziaria anche un commercialista romano, P.C.S. di anni 55, per concorso nel reato ed altre 9 persone, per emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento e distruzione di scritture contabili.
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