Arezzo, 15 febbraio 2012 - Sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate. Questi i reati per i quali il tribunale di Arezzo ha condannato una cinquantenne residente in Valdichiana.
La vicenda risale all'aprile scorso. Secondo quanto ricostruito dall'accusa la donna aveva convinto un'anziana aretina, che stava aspettando l'autobus, a farsi accompagnare a casa. Una volta arrivate l'ottantenne aveva invitato la donna ad entrare offrendole anche un bicchiere d'acqua. Ma in pochi minuti la situazione era improvvisamente cambiata.
La 50enne aveva aggredito l'anziana strappandole addirittura la fede dal dito per poi chiuderla a chiave in camera da letto. L'ottantenne nonostante le percosse e la paura aveva chiamato la figlia con il cellulare che aveva in tasca. Immediatamente liberata aveva denunciato il fatto alla polizia che, in seguito alla descrizione fatta dalla vittima, aveva arrestato la 50enne.
In sede di incidente probatorio l'anziana non aveva pero' riconosciuto la donna. Intanto l'iter giudiziario e' andato avanti finche' e' arrivata la svolta. Su un bicchiere in casa dell'anziana sono state trovate le impronte della 50enne che nell'ultima udienza e' stata identificata dall'anziana come la donna che l'aveva aggredita. Il collegio presieduto dal giudice Mauro Bilancetti, con Piergiorgio Ponticelli e Gianni Fruganti a latere, ha condannato la 50enne a cinque anni e sei mesi, le e' stato revocato l'indulto e dovra' corrispondere una provvisionale all'anziana, assistita dall'avvocato Carlo Buricchi. Il pm Ersilia Spena aveva chiesto sette anni.
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