Arezzo, 1° agosto 2012 - "Ha accettato tutte le possibili conseguenze del suo sparo": è la motivazione con la quale la Corte di Cassazione spiega nelle 22 pagine della sentenza scritta dal consigliere Antonella Mazzei perché abbia accettato la linea del secondo grado su Luigi Spaccarotella, che aveva aumentato gli anni di carcere per l'agente della stradale inizialmente giudicato responsabile di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento e punito con solo sei anni di carceredalla Corte di Assise di Arezzo.
 
"L'esplosione di un colpo di pistola a quella distanza dall'obiettivo, pur costituito dalla parte inferiore del veicolo in
movimento, non poteva oggettivamente garantire anche al piu' esperto tiratore la precisione del bersaglio in relazione al tipo di arma corta (pistola) utilizzata e alle altre peculiarita' del caso (presenza della rete metallica e movimento del veicolo)''.

''Con la ragionevole conclusione - prosegue l'Alta Corte - che l'autore dello sparo si rappresentò la possibilita' di cagionare un evento dannoso (si pensi solo all'ipotesi in cui fossero improvvisamente transitati, in quel frangente, sulle corsie autostradali, altri veicoli che avrebbero potuto essere attinti dal proiettile in corsa)''.

''E ciononostante - concludono i supremi giudici - Spaccarotella effettuo' lo sparo e, percio', ne accetto' tutte le possibili conseguenze''. La circostanza che l'imputato - ora in carcere - si rendesse conto dei rischi di quanto stava per fare, e', per la Cassazione, ''rafforzata dalla sua specifica competenza in materia di armi e dal servizio di garanzia dell'ordine pubblico da lui prestato, come assistente della polizia stradale, in quello specifico frangente e contesto territoriale''.