Arezzo, 24 novembre 2013 - Matteo Carari ritrova il fratello Nicola. E lo premia perfino, assegnandogli il premio per la miglior sceneggiatura al Festival del Cinema sociale che si conclude oggi ad Arezzo.
Loro, i protagonisti della Meglio Gioventù: Alessio Boni oggi è il direttore artistico del festival e Luigi Lo Cascio il regista e sceneggiatore de "La città ideale", un film presentato a Venezia nel 2012 e ambientato interamente a Siena, anche sullo sfondo e per spunto del famoso quadro.
Luigi è unod ei premiati del festival. Ma non l'unico. Ecco il palmares comunicato dal Festival.
MIGLIOR FILM Et in Terra Pax di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini
MIGLIOR ATTRICE Ludovica Falda (Pulce in Pulce non c'è di Giuseppe Bonito)
MIGLIOR ATTORE Carlo Cecchi (Carlo Grimaldi in Miele di Valeria Golino)
MIGLIOR SCENEGGIATURA La città ideale di Luigi Lo Cascio
MIGLIOR DOCUMENTARIO A mao e a luva di Roberto Orazi
Menzione speciale per Mineo Housing di Cinzia Castania
La cerimonia finale stasera alle 21. Riconoscimenti forti ad un cinema invisibile. Perché sia "Et in terra pax" che Pulce non c'è sono state alcune delle rivelazioni delle ultime stagioni ma che faticano maledettamente ad uscire in sala, secondo quella che è la maggiore difficoltà del cinema italiano d'autore.
In sala è andato, e anche bene, Miele, il film di Valeria Golino e per il quale sarà premiato Carlo Cecchi, protagonista in effetti di una performance rara, sullo sfondo di una trama difficile, sul filo del tema dell'eutanasia. Una curiosità: la protagonista di Miele è Jasmine Trinca, come dire la Giorgia de "La meglio Gioventù", protagonista del viaggio per l'Italia proprio con Matteo e Nicola Carati.
Fili che si ricollegano agli altri premi.
Il Miglior Film del VI Festival Italiano del Cinema Sociale è "Et in terra pax" di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini. Queste le motivazioni della Giuria Popolare, presieduta da Ilaria Miriam Mennuni - 20 anni, pugliese, studentessa di Lettere presso l'Università di Arezzo - dell'Associazione The Dreamers:
"Per aver raccontato in maniera scorrevole, coinvolgente, sorprendente, semplice ma non banale un tema difficile. Le questioni sociali sono trattate in maniera chiara e forte, la violenza della realtà non risulta mai cruda e scontata, anche grazie al buon uso di metafore della vita reale. La sceneggiatura ha forse qualche sbavatura, ma l’interpretazione dei personaggi funziona bene ed è ben studiata. Graditi i rimandi a un cinema italiano degli anni ’60 come quello Pasoliniano, non solo per il tema trattato ma anche per il particolare uso della traccia audio. In linea generale tutti gli elementi del lungometraggio sono ben coesi e bene interagiscono tra loro, frutto di una buona cooperazione tra i registi e l’opera".
La Migliore Interprete Femminile è Ludovica Falda, la giovanissima protagonista di "Pulce non c'è" di Giuseppe Bonito, "Per essere riuscita a illudere, convincere, a trasmettere emozioni, a coinvolgere gli spettatori in una storia molto difficile e forte. L’attrice si pone davanti a una prova molto difficile in maniera interessante, tanto da sembrare davvero affetta da autismo. Anche se giovanissima e alla prima esperienza, si è dimostrata forte e 'adulta'".
Il Miglior Interprete Maschile è Carlo Cecchi, nei panni dell'ingegnere Carlo Grimaldi in "Miele" di Valeria Golino, "Per aver donato colore e sorriso – anche se amaro – al film. Attraverso la magistrale proprietà di linguaggio e gestualità, Cecchi riesce a passare tra comicità, serietà, ironia e sarcasmo, calandosi in un personaggio/corpo che è contenitore di tormento, sensibilità, paura e coraggio. Un personaggio che dà un taglio così forte al film non poteva trovare interprete migliore".
Il premio alla Migliore Sceneggiatura - anch'esso indicato dalla Giuria Popolare - va a "La città ideale" di Luigi Lo Cascio: "Una storia che spicca per originalità, pacata, di ampio respiro, scorrevole e piacevole, e che ben rappresenta l'evoluzione del protagonista nel corso della vicenda. I dialoghi sono toccanti e veritieri, la riflessione e il senso di ‘mistero’ che lasciano lo spettatore sospeso risultano parte di una struttura narrativa a cui da tempo nel cinema contemporaneo non si fa più ricorso".
Il Premio al Miglior Documentario - attribuito da una Giuria composta da Loredana Betti (antropologa e psicanalista del Centro Franco Basaglia), Andrea Bocconi (psicoterapeuta e scrittore) e Bruna Cantaluppi (criminologa, esperta in politiche giovanili, legalità e sicurezza urbana) - va a "A mao e a luva. Storia di un trafficante di libri" di Roberto Orazi. Nel sottolineare le difficoltà di scelta tra le tre opere finaliste - "tutte di grande livello, sia per il contenuto che per la qualità filmica" - la Giuria ha inteso premiare il lavoro di Orazi "per aver documentato una vicenda che a partire da un sogno - quello del protagonista - ha permesso a tanti bambini e ragazzi di scoprire il proprio 'diritto alla poesia', una speranza per il futuro, in una situazione sociale e ambientale molto degradata". Menzione speciale per "Mineo Housing" di Cinzia Castania "per aver trattato un tema di 'urgenza sociale', nel nostro paese e non solo, quello dei centri per i rifugiati che provengono dai vari teatri di guerra del mondo, con grande efficacia e sensibilità".
Tutti i vincitori riceveranno il "Premio Francesco Petrarca al cinema sociale", preziosa opera in bronzo realizzata per il VI Festival Italiano del Cinema Sociale dallo scultore Cesare Del Brenna.
La Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica - attribuita per volontà del Quirinale all'opera vincitrice del concorso nazionale "C'è tutto un mondo intorno", per cortometraggi a sfondo sociale realizzati nelle scuole superiori di tutta Italia - va a "Donare è un atto d'amore", realizzato dalla 5/AS del Liceo Artistico di Marcianise (Caserta - referente prof. Pasquale Damiano), e che tratta dell'importanza delle donazioni di sangue. Il corto vincitore è stato scelto tra quelli pervenuti dagli allievi della classe 3B a indirizzo audiovisivo e multimediale dell’Istituto d’Arte Piero della Francesca di Arezzo. Consegnerà il premio il Prefetto Vicario di Arezzo, dr. Rosalba Guarino.
Il Premio speciale alla carriera della Presidenza della Camera, conferito quest'anno da Cesvot all'attrice Valentina Cortese, sarà ritirato in sua vece dalla signora Elisabetta Invernici, curatrice di un bellissimo libro d'immagini e di una recente mostra di abiti e accessori dell'Ultima diva allestita a Palazzo Morando a Milano.
Francesco Rosi - Premio speciale alla carriera della Presidenza della Camera - ha fatto pervenire al Festival un suo videomessaggio di saluto e ringraziamento, che sarà proiettato nel corso della serata: "Il premio della Presidenza del Senato - afferma nel video, con grande modestia, il Maestro Rosi - mi riempie di responsabilità, e spero che i miei film corrispondano alle intenzioni e alle finalità del premio". "Ci sono molti giovani - prosegue Francesco Rosi - che oggi hanno voglia di fare un cinema che racconti il mondo nel quale viviamo, come quei registi che hanno tentato di dare un'immagine utile alla progettazione di un mondo migliore".
La proiezione del Miglior Film "Et in terra pax" chiuderà la VI edizione del Festival Italiano del Cinema Sociale.
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