Arezzo, 25 novembre 2013 - "Voglio la verità", dice Cristiano Roghi, il padre di Matteo, stroncato a 14 anni da un malore sul campo di Abbadia San Salvatore, dove guidava da capitano il Foiano giovanissimi contro l'Amiata. "Era il nostro piccolo angelo", piange ancora il padre, "un ragazzo modello". Ma il Foiano, dice lui, non ha colpa, "è stata la fatalità". Anche il nonno Silvano, pure lui come figlio e nipote, colonna della squadra ai suoi tempi, dice: "La nostra famiglia ha pagato al calcio un prezzo troppo alto".
Il suo banco è ancora nell'aula della prima classe dell'istituto professionale professionale "Guido Marcelli. E' in prima fila, davanti alla cattedra, dove aveva trovato posto da settembre, da quando aveva fatto il suo ingresso all'istituto Margaritone. Qua sembrerebbe un lunedì qualunque. La campanella, l'entrata stanca in aula dopo due giorni di festa. Ma non è così. A ricordarlo, se mai ce ne fosse bisogno, un mazzo di grosse margherite bianche appoggiato sul banco di Matteo. Matteo non c'è più.
I suoi compagni di classe, 16 maschi e cinque femmine, hanno messo i fiori sul banco e composto, insieme a tutti gli studenti dell'Istituto 120 ragazzi, pensieri e poesie da consegnare alla famiglia. Gli studenti, insieme a
quelli delle scuole medie comprese nell'Istituto e ai loro insegnanti, si sono riuniti nell'aula magna della scuola ed hanno ricordato Matteo.
Vicino ai fiori una scatola con gli angeli, nella quale i suoi compagni hanno riposto, con meticolosa precisione, bigliettini e lettere per ricordare il loro "Matti". Ma i ricordi non riescono a stare tutto chiusi in una piccola scatola, escono con forza e riversano sul suo banco.
"Qui sedeva un campione, un campione che resta sempre nei nostri cuori". Inizia così la lunga lettera che i compagni hanno scritto sul quel banco. E ancora: "Ciao Matti, sappiamo che dal paradiso non potrai leggere tutto quello che scriviamo, ma qua già manchi a tutti".
Con un pennarello nero hanno riempito ogni spazio bianco di quel banco. Un modo per legarlo indissolubilmente a lui, al loro campione. Un modo per provare a sentirlo vicino, sempre tra loro.
Particolarmente commosso l'insegnante di lettere il professor Sauro Tavernesi. "Era un ragazzo solare, buono con tutti, le ragazzine era tutte innamorate di lui, gli lasciavano bigliettini e frasi su Facebook. Io l'ho avuto nei tre anni delle medie e mi accingevo ad averlo qui alle superiori dove ora insegno, sono distrutto".
Commossa anche la preside Anna Bernardini che ha fortemente voluto la commemorazione nell'aula magna. La preside ha annunciato che saranno scritte anche in futuro poesie e ricordi da consegnare alla famiglia. Il dolore e'
forte in tutto il paese.
Il presidente del Foiano Calcio Danilo Vannuccini si e' detto senza parole. "Siamo profondamente rammaricati dall'accaduto, vogliamo essere vicini alla famiglia senza esitazioni. Forse ci daranno partita persa - ha detto riferendosi alla decisione della prima squadra di non giocare la partita di ieri a Albinia appresa la tragedia di Abbadia San Salvatore - ma la decisione di non giocare e' stata totalmente unanime e dunque siamo sereni".
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