Arezzo, 7 febbraio 2017 - Offese, spintoni, qualche sberla. Bullismo, per una volta colorato di rosa. E i genitori della vittima a denunciare il tutto ai carabinieri.
Lei ha 13 anni, valdarnese. Ha raccontato ai genitori la sua odissea, di come era diventata il bersaglio dello scherno del gruppo. Offese feroci, pesanti, fuori dai cancelli della scuola, una media inferiore. E poi i messaggi sullo smartphone e su Facebook. Un accanimento, sfociato in minacce, fino a passare alle vie di fatto, davanti a testimoni. Bastava e avanzava perché la famiglia si rivolgesse ai militari dell’Arma che hanno avviato le indagini sebbene i bulli, in considerazione della giovane età, non siano imputabili.
«Purtroppo non è un episodio isolato», ha commentato Giovanni Bigi, presidente dell’Associazione Valdarnese di Solidarietà che con il gruppo «I Cavalieri di San Valentino» si occupa del fenomeno. «La solitudine, la mancanza di rapporti affettivi, l’alessitimia, cioè l’incapacità di riconoscere le proprie emozioni e comunicarle, – prosegue - spesso fanno vivere questi ragazzi in uno stato di difficoltà relazionale e il bullismo è una delle conseguenze. C’è chi subisce e si chiude in una dimensione di dolore, chi prevarica per affermare il proprio malessere.