REDAZIONE AREZZO

"L'urlo: poi ho provato a rianimarla": parla il primo soccorritore, pianto del leader 118

Il dramma vissuto in diretta dai passanti, dal direttore della banca, da tanta gente. Le lacrime di Mandò, il capo dell'emergenza medica

I soccorsi in auto

I soccorsi in auto

Arezzo, 8 giugno 2017 - «Non mi sono acorta di niente, non l’ho vista»: così in lacrime Ilaria Naldini, la madre di Tamara, ha detto al pm Andrea Claudiani in caserma. La testimonianza di un black out completo e l’epilogo di un mercoledì assurdo. «E ora Per favore, non ho altro da dirvi. Lasciatemi solo andare a piangere». Massimo Mandò, a capo del dipartimento emergenza urgenza della Asl, è appena uscito dalla caserma dei carabinieri di Castelfranco dove gli accertamenti sono proseguiti fino a tarda sera.

Ha poca voglia di parlare se non per riepilogare gli interventi operati per cercare di salvare Tamara. Conosce bene la coppia e in particolare Ilaria «professionista inappuntabile e una madre affettuosa« e va subito al nocciolo della questione: «E’ una cosa assurda, senza senso. Non è il primo caso e temo che non sarà l’ultimo. Dobbiamo fare qualcosa per impedire queste ‘disattenzioni’ fatali».

Non trovano le parole neppure i tanti residenti che seguono angosciati la tragedia. Le urla della mamma, invece, le hanno sentite tutti. «Siamo usciti Ifuori dal bar – racconta una signora ancora scossa  - assistendo impotenti ai disperati tentativi di rianimare la bimba. E’ assurdo morire così e penso anche a quella donna. Come potrà convivere con una pena così grande?».

Maurizio Bagni è il direttore della filiale della Banca del Valdarno che ha tentato insieme ad altri due passanti di soccorrere Tamara: «Stavo rientrando in ufficio dopo la pausa pranzo con un collega quando ho visto un ragazzo chino sul corpicino. Eseguiva il massaggio cardiaco e la mamma provava a rianimarla con la respirazione bocca a bocca. Li abbiamo raggiunti di corsa, telefonando al 118. Dalla centrale ci hanno guidato a prendere il defibrillatore. Ho applicato le piastre, ma nemmeno l’apparecchiatura è riuscita a evitare il peggio. Da padre di un bimbo di 7 anni il pensiero va a quei genitori e, soprattutto, alla madre».

Intanto, suona quasi come un presagio un post di Ilaria sul profilo Facebook: aveva condiviso l’articolo «Maternità e lavoro, perché le donne non ce la fanno più».