Arezzo, 30 settembre 2016 - Partirà domani dal mercato di via Giotto la raccolta di firme per chiedere la rimozione dei pannelli di eternit dalle case di via Malpighi. L’iniziativa è del Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil, e del comitato dei residenti di via Malpighi. Una raccolta firme che ha lo scopo di non far calare l’attenzione sul problema e richiedere la rimozione dei pannelli con urgenza. Il problema della copertura in amianto delle case popolari di via Malpighi è esploso drammaticamente dopo il «downburst» del 13 luglio scorso, quando a seguito della tempesta alcuni pannelli si sono sfaldati e altri precipitati. I pannelli in quell’occasione sono stati prontamente rimossi, ma il problema di oltre 3 mila metri quadrati di copertura in eternit è rimasto. Un problema non da poco, secondo sindacato e residenti, visto che l’amianto di cui si parla è esposto agli agenti atmosferici e subisce un progressive degrado per azione delle piogge e degli sbalzi termici. Da qui la preoccupazione dei residenti che si sono costituiti in un comitato e hanno immediatamente chiesto un incontro coinvolgendo il sindaco Ghinelli, gli assessori regionali Vincenzo Ceccarelli e Stefania Saccardi e il presidente di Arezzo Casa Dindalini. Un incontro che ancora non è stato possibile organizzare perché, stando a quanto riferiscono dal Sunia «purtroppo gli assessori regionali, pur dichiarando la loro disponibilità, non hanno potuto accogliere le date prospettate dal sindaco per impegni improrogabili». Le cose sono ulteriormente precipitate, denunciano sempre i residenti, dopo le piogge del 30 e 31 agosto, tanto che è stato sollecitato l’intervento della Usl per verificare l’integrità della copertura in pannelli in amianto. La richiesta ha dato il via a un sopralluogo, che si è svolto lo scorso 7 settembre, ne è scaturita una relazione che si conclude con la richiesta di rimozione dei pannelli da programmare entro 3 anni mentre sulle aree danneggiate si raccomandano interventi conservativi per evitare danni ulteriori. Una soluzione che soddisfa a metà sindacato e comitato e di qui la raccolta firme, per fare in modo che, invece, gli interventi siano più vicini nel tempo, o comunque non vadano oltre i tre anni indicati dalla Usl.
«Chiediamo inoltre – spiegano dal Sunia – che sia possibile avere il famoso incontro con le istituzioni. Ricordiamo che, come sempre in Italia, le grandi tragedie legate all’edilizia sono sempre in qualche modo annunciate, anche a L’Aquila le scosse iniziarono nel dicembre del 2008». I cittadini, insomma, sono più che mai decisi a non mollare di un centimentro per arrivare a una situazione il prima possibile. E sono pronti a dare battaglia.