Arezzo, 6 ottobre 2017 - Stangati dieci anni dopo. Gianni Fruganti, presidente della sezione penale del tribunale, stavolta in veste di giudice monocratico, ha condannato i sei protagonisti del maxi-colpo alla gioielleria Duranti, 100 mila euro di gioielli spariti in pausa pranzo il 25 marzo 2008. Il Pm Niccacci aveva chiesto pene intorno a 4 anni, Fruganti ne ha inflitte quattro da sei anni e otto mesi, una da sei e una da quattro. Appena prima del limite del tempo massimo.
Poco più di un anno, dal 2010 degli arresti (ma nel frattempo sono tornati tutti liberi), per arrivare in aula, dopo si è tutto complicato. Un primo dibattimento finì con l’annullamento e la restituzione degli atti al Pm. Uno dei giudici più esperti di Palazzo di giustizia, Gianni Fruganti appunto, ne è venuto a capo. Dal 2015 in cui il processo è ricominciato da zero, sono stati necessari due anni di deposizioni. La prescrizione non è dietro l’angolo, dovrebbero esserci i tempi per l’appello ed eventualmente la cassazione. Sarà necessario però che la macchina della giustizia non accusi altri colpi a vuoto, altrimenti il rischio della beffa resta.
Nella gioielleria penetrarono sfondando il muro dell’attiguo ambulatorio di un cardiologo, approfittando del fatto che erano tutti a pranzo.Da lì penetrare nel piano superiore della gioielleria fu quasi un gioco da ragazzi e lo stesso far razzia di Rolex e preziosi. Piazzarono anche una chiave sulla porta d’ingresso del negozio con la saracinesca abbassata, in modo che nessuno potesse rientrare sorprendendoli. Per la cronaca, i condannati sono Mauro Belli, Ivano e Antonello Romanelli e Antonio Romano (6 anni e 8 mesi), Fabio Albanese (6 anni) ed Eugenio Petouchoff (4 anni).