Arezzo, 9 ottobre 2011 - Aprono una libreria. La aprono nell’anno di disgrazia 2011, la aprono quando intorno in tanti sfogliano la margherita per decidere se chiudere subito o chiudere domani. La aprono nella città alta, lì dove le città dei libri sono crollate ormai dai tempi del Pellegrini. La aprono con un nome prestigioso: Feltrinelli. Sì, Feltrinelli sbarca ad Arezzo. L’apertura è fissata per il 3 novembre, in via Cavour.

Che è lunga ma in questo caso il libro batte dove il centro duole: tra il Canto de’ Bacci e San Francesco, l’ombelico del mondo, una volta al mese uno dei regni della Fiera. Apre all’ex Cecconi, poi virato in una sorta di stock house: circondato da antiquari e da negozi storici.

Due piani, 200 metri quadrati in tutto. Orari e obiettivi ambiziosi. Intanto l’apertura domenicale praticamente fissa, fatte salve cause di forza maggiore. E intenzione di andare a dritto fino a mezzanotte almeno il venerdì e il sabato, in attesa di fiutare il vento. Un vento che è di bonaccia, negli affari e nelle vendite, roba da far impallidire il Mar dei Sargassi di Colombo.

Ma che pure gonfia le vele della città che legge. Perché a questo punto Arezzo ha forse il massimo numero di librerie in Toscana rispetto alla popolazione. Un panorama variegato, che solo in centro spazia dal Viaggiatore Immaginario alla Edison, dalla Mondadori alla Mori: e che poco più in là conta la Fenice più la Giunti della Multisala. E ora si apre ad un altro gigante.

Che sbarca qui in franchising ma resta uno dei grandi marchi del settore. Un’occasione, certo, per la città alta: la chiusura del Pellegrini era stata una delle falle che si era aperta nella rete commerciale del centro storico.

Punta un pubblico probabilmente diverso. Intanto perché spazierà non solo sui libri ma anche sui dvd, sulla cartoleria e perfino su certi prodotti di abbigliamento di nicchia, quelle forme di merchandising sempre legate al mondo dei libri. Poi perché i lavori, partiti in questi giorni, intendono ritagliare spazi idonei non solo all’acquisto ma anche alla letteratura: un luogo di incontri e di presentazione dei libri.

Dunque poltrone, sedute nelle quali accomodarsi a scegliere o ascoltare l’autore di turno. Più ci sarà il wireless, il collegamento gratuito a internet, tanto per strizzare l’occhio ai più giovani. Una scommessa, che vede come protagonisti due aretini che giovani lo sono anche anagraficamente: Gabriele Grazi e Paolo Borghesi.

Un’avventura che intanto si incrocia con quella della Mondadori, il cui gestore, al negozio in centro abbina ora anche quello all’outlet. L’outlet di Foiano, a caccia di un cliente più di transito, che bazzica da quelle parti magari più per una maglietta o un paio di pantaloni che per un autore, ma invitante, visti i livelli di afflusso alla cittadella della spesa. Spesa a singhiozzo, lì come dappertutto. Tra le pagine di un anno nero, che qualcuno strappa e qualcun altro prova a leggere: perfino in libreria.