Arezzo, 21 luglio 2016 - Il ritorno a casa di Antonio Di Stazio non cambia le carte in tavola nell'inchiesta sull'oro scomparso condotta dai carabinieri. Secondo gli inquirenti le responsabilità del vigilantes sono già chiare: e quindi sono al lavoro per individuare gli eventuali complici. Non troppo eventuali: il cerchio si sta stringendo, completata la mappatura dei contatti, non solo telefonici, della guardia giurata e all'interno potrebbero saltare fuori delle sorprese.
Intanto Di Stazio prosegue a frequentare il circolo ricreativo Giotto, come fa dalla prima sera dopo il rientro in città: l'altra sera addirittura era anche a tratti dietro il bancone a fare i caffè.
Si era presentato due giorni fa, proprio lui, il vigilante sparito ormai otto giorni fa insieme al furgone contenente circa 50 chili d'oro per un valore complessivo di quasi quattro milioni di euro.
E poi in serata è ricomparso al circolino del Giotto, tra la sorpresa degli amici. "Bubi, sei tornato". E a loro racconta quasi più di quello che ha detto ai carabinieri: dice di essere stato al mare, a Livorno e poi all'Isola d'Elba, di essersi preso quelle ferie dicui aveva un gran bisogno da un anno perché era stanco. Dell'oro? Di quello non parla, neanche al circolino.
Il vigilante della Securpol si è presentato ai carabinieri di Lucca accompagnato dal suo avvocato Marco Treggi. Sulla sostanza neanche una parola. "Mi cercavate?" chiede e si mette a disposizione, avvalendosi sui particolari della facoltà di non rispondere. E al momento dell'oro non sembra davvero esserci traccia.
Perché si è ripresentato? Tra gli inquirenti filtra l'ipotesi che fosse ormai pressato dal lavoro in corso da giorni da parte del nucleo investigativo dei carabinieri e che abbia preferito giocare d'anticipo e presentarsi spontaneamente.
Il fatto risale all'11 luglio, giorno in cui Di Stazio è sparito: era l'autista del porta valori. Una sosta alla Italimpianti, il collega che scende dal mezzo per fare un altro carico e il mezzo, ripreso dalle telecamere di sorveglianza che riparte senza aspettarlo.
Il mezzo è stato trovato poco dopo a circa 300 metri da lì. Di Stazio non è in stato di fermo ma assolutamente libero e per questo è ritornato ad Arezzo: c'è perfino chi assicura che si sia fatto venire a prendere. Ed è indagato per appropriazione indebita.