Arezzo, 2 ottobre 2012 - Dopo una lunga riunione il Consiglio delle autonomie non trova una sintesi. Tutto rinviato al consiglio regionale. Nonostante diversi precedenti incontri e una seduta odierna molto lunga, l'assemblea non ha trovato un'intesa su un documento condiviso. Ma una cosa è certa: l'autonomia di Arezzo.

Sul riordino delle province toscane, il consiglio delle autonomie (Cal) si è chiuso, oggi pomeriggio, approvando all'unanimità due documenti distinti da sottoporre al consiglio regionale. Acceattati entrambi gli scenari previsti: (Arezzo, Siena-Grosseto, Pisa-Livorno, Massa-Lucca e Prato-Pistoia più Firenze e il secondo con Arezzo, Siena-Grosseto, Prato-Pistoia e l'area vasta della costa Livorno-Pisa-Lucca-Massa, più ovviamente Firenze). Quindi la parola passa al consiglio regionale, che ha una ventina di giorni per pronunciarsi in via definitiva. 

Arezzo comunque è autonoma in entrambe le ipotesi uscite oggi dalla riunione del Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana. E’ questa la soluzione che il Cal invierà domani al Consiglio Regionale per la formulazione della proposta definitiva da girare al Governo.
 
“L’avevamo detto fin dall’inizio e ora abbiamo avuto la conferma – spiegano in coro il Presidente della Provincia di Arezzo Roberto Vasai e il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani -. Un riordino territoriale di queste proporzioni non aveva precedenti nell’Italia repubblicana ed è un grave azzardo pensare di poterlo realizzare in tempi così ristretti. Ciò premesso, dal nostro punto di vista siamo soddisfatti che le ragioni di Arezzo siano state definitivamente recepite, indipendentemente dalle questioni che restano ancora aperte e sulle quali dovrà dibattere il Consiglio Regionale.

Per Arezzo è una prima vittoria del buon senso, di fronte ad una realtà che è ben descritta nei numeri e che nessun componente del Cal ha inteso mettere in discussione. E’ il primo fondamentale passo, ora attenderemo serenamente, ma senza abbassare la guardia che il Consiglio Regionale faccia propria definitivamente questa soluzione che, per quanto ci riguarda, mette d’accordo tutti. E manteniamo alta l'attenzione nei confronti del Governo a cui spetterà l'ultima e definitiva parola”.

Per Arezzo infatti non ci sarebbe bisogno di chiedere una deroga al governo, come per Prato-Pistoia, provincia che non ha il requisito del territorio. Basterebbe emendare il testo del decreto sulla spending review, aggiungendo il riferimento agli ultimi dati Istat insieme a quelli del censimento come parametri per calcolare la soglia minima dei 350 mila abitanti.