Arezzo, 14 settembre 2017 - E' un caso che fa clamore, una vicenda familiare che diventa una questione politica. Francesca Testi, 32 anni, figlia di Margherita Scarpellini sindaco di Monte San Savino, ha scritto a un quotidiano nazionale raccontando la sua storia. "Lavorando fra i migranti - è la sostanza - mi sono innamorata di Jeff. Quando ne ho parlato con mia madre, persona di sinsitra, sono rimasta delusa dalla sua reazione. Mi ha detto che sono una persona malata, che i neri vanno solo compatiti, che avrebbe dovuto farmi arrestare, che lui sta con me solo per tornaconto".
Sul caso si è gettato Cristiano Romani, del Movimento Sovranista, parlando di un Pd dalla doppia faccia. "Dovete sapere che il sindaco di centro sinistra di Monte San Savino ha una figlia che lavora con i migranti e che si è fidanzata con un presunto migrante.Ci si aspetterebbe che tutta la famiglia ma in primis il sindaco Pd di Monte San Savino nonché madre della stessa ,avrebbe accolto la notizia con giubilo e felicità". La reazione di Scarpellini, secondo Romani, è stata incredibile". Scrive: "Parole che squarciano il velo dell'ipocrisia della sinistra e del Pd che applica alla lettera la filosofia di accogliere tutti i migranti ma lontano da casa mia e soprattutto senza contatti e relazione con propri cari.In stile Capalbio per intenderci. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile".
E questo ha portato alla replica del sindaco Scarpellini che qui riportiamo. "Trovo davvero meschino che una vicenda che appartiene alla mia dimensione familiare venga distorta e strumentalizzata in chiave politica, in particolar modo da un soggetto che è uno degli ultimi che può dare lezioni di tolleranza e antirazzismo. L'argomentazione sollevata è tragicamente misera. Meriterebbe risposta se venisse chiamata in causa la mia condotta amministrativa, ma questo non è il caso, perchè evidentemente è sempre stata corretta e ineccepibile, svolta col doveroso senso di responsabilità verso il ruolo che ricopro. Purtroppo per certi soggetti è impossibile distinguere i due piani (quello politico e quello personale – familiare) e soprattutto comprendere che le preoccupazioni di una madre sono cosa ben diversa e lontana dal razzismo. L'affetto verso una figlia è normale che generi preoccupazioni allorchè essa si trovi a frequentare una persona che vive una situazione di estrema precarietà. Nulla contano in questo il colore della pelle o la provenienza geografica. Allo stesso modo è normale che certe preoccupazioni siano mal interpretate e possano generare incomprensioni, sempre all'interno di una famiglia".