Firenze, 14 maggio 2017 - L’urbanistica si sa, non è più di moda. Si vendono pezzi di città alla grande finanza internazionale, sovente senza nemmeno una traccia di linee funzionali che interessino la collettività. Un’esperienza positiva che vale la pena segnalare è quella dei “Borghi Vivi” della Lunigiana. Un territorio ancora splendido, vivibile, ove addirittura è stato ed è ancora possibile un buon rapporto fra i comuni e la Regione Toscana. Aulla, Bagnone, Filattiera, Fivizzano, Villafranca e la remota Zeri, nell’ultimo decennio, hanno costruito insieme un “programma di fattibilità” che ha consentito investimenti, salvataggi di monumenti e di interi tessuti urbani, guardando alla valorizzazione del turismo, dell’ambiente, della cultura e delle infrastrutture. Insomma, la Lunigiana è stata capace di realizzare un sistema territoriale, un progetto in grado di rappresentare le istanze locali e valorizzarle. Il che vuol dire che predisporre una qualificata progettualità può portare risorse concrete. Tenendo lontana quell’approssimazione che sta distruggendo il nostro paese.
ArchivioL'esempio virtuoso dei borghi vivi