Firenze, 8 febbraio 2012 - Resta ai domiciliari Francesco Schettino. Il comandante della Costa Concordia naufragatadavanti all'isola del Giglio il 13 gennaio ha visto la sua posizione valutata dal tribunale del Riesame. Dopo l'appello della difesa del comandante, che chiedeva la revoca dei domiciliari e quella della Procura di Grosseto, che chiedeva il ritorno in carcere dell'ufficiale. Il Riesame ha deciso per il mantenimento dei domiciliari. Una misura che fa in pratica esultare entrambe le parti.
Schettino, che ora si dichiara "più sereno" e pronto ad affrontare le nuove battaglie giudiziarie che lo attendono. E la Procura, che con il procuratore di Grosseto Verusio afferma: "I giudici fiorentini hanno accertato non solo la sussistenza di gravissimi indizi di colpevolezza per tutti i reati contestati all'indagato Schettino ma anche - cio' che e' piu' importante - la sussistenza di gravi e rilevanti esigenze cautelari, tali da fondare il mantenimento di una misura di tipo coercitivo, seppure non carcerario, come viceversa auspicato da questo ufficio".
Per quanto riguarda Schettino, il comandante dalla sua abitazione di Meta di Sorrento si dice piu' tranquillo. Adesso pensiamo piu' serenamente a soffermarci sull'esame dei fatti avvenuti''. Il comandante è stato informato subito dai suoi legali dell'esito della valutazione da parte del Riesame. Certo ora la battaglia giudiziaria è tutt'altro che finita. L'incidente probatorio, con l'apertura della scatola nera, previsto per inizio marzo, sarà un altro punto chiave della vicenda del naufragio, nel quale sono morte 17 persone e una ventina risultano disperse.
"Auspico che adesso si ampli il numero delle persone nel registro degli indagati", è il commento dell'avvocato di Schettino Bruno Leporatti. che non esclude adesso il ricorso in Cassazione sulla sentenza pronunciata dal Riesame a Firenze. "Non escludo il ricorso in Cassazione, ma va valutato", dice Leporatti.
"Il tribunale del riesame ha depositato l'ordinanza - dice nella conferenza stampa in corso l'avvocato Leporatti - praticamente la situazione rimane cosi' com'era. Io conosco solo il depositivo: le motivazioni non sono ancora state depositate. Aspettiamo quelle - spiega l'avvocato - per decidere se ricorrere in Cassazione. L'unica disposizione che rimane e' quella che attiene alla reiterazione del reato e non all'inquinamento delle prove o alla possibilita' di fuga".
Intanto è delicata e complessa l'installazione delle ultime tre valvole previste sui sei principali serbatoi della Costa Concordia, per l'estrazione del carburante che se fuoriuscirà comprometterà irrimediabilmente l'ecosistema marino. Il completamento della flangiatura, che permetterà di iniziare l'asportazione del carburante, si rende difficile non solo per il mare agitato, ma proprio per la posizione in cui devono operare i tecnici della Smit and Salvage.
Si deve cioè intervenire sulla parte dei serbatoi che è a contatto con il fondale di granito su cui poggia lo scafo. Per questo, spiega la società olandese che ha firmato il contratto per il recupero delle 2300 tonnellate di combustibile dalla nave, servono condizioni di meteo-marine di grande tranquillità . Cosa che non si è verificata nemmeno oggi, dove per il secondo giorno consecutivo le onde del mare, mosso dal forte vento, hanno obbligato il pontone messo a disposizione dalla società italiana Neri a rimanere attraccato nel porto del Giglio.
© Riproduzione riservata