Firenze, 13 marzo 2012 - Impazza sui social network il dibattito sulla richiesta choc dell'organizzazione 'Gerush92' di bloccare l'insegnamento della Divina Commedia nelle scuole poiché "antisemita" e "razzista". Secondo l'organizzazione, 'consulente speciale' del Consiglio economico e sociale dell'Onu, l'opera di Dante propone "contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza" nei confronti di ebrei, islamici e omosessuali.
Alle migliaia di interventi sui social network - su Twitter l'hashtag #DivinaCommedia è primo in classifica - si è aggiunta sul web anche la rivista Mondo e Missione, mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere. Su MissiOnLine Giorgio Bernardelli mette l'accento in particolare su "un certo modo di fare informazione e dibattito oggi in Italia. Nella civiltà della chiacchiera si discute su qualsiasi cosa senza farsi prima una domanda: chi parla è una voce autorevole oppure no?". "Gerush92 è un'organizzazione di matrice ebraica che si occupa di diritti umani in una forma un po' diversa da tante altre: conduce essenzialmente campagne di opinione, il piu' delle volte dal tasso molto alto di polemica". E ancora: "Una volta le redazioni dei giornali servivano a fare da filtro e a porsi qualche domanda elementare del tipo: chi è questa gente?
E rappresentano realmente qualcuno? Così si scopriva che dietro c'era sempre un certo Mario Fuà, che sarà anche un dotto e intelligentissimo ricercatore, ma magari potrebbe anche dirci riguardo a che cosa, visto che su Google non risulta avere all'attivo un granché oltre ai comunicati di Gerush92". "Però oggi - nell'era dei social network - siamo tornati a Eraclito: tutto scorre. Così basta che l'appello per la messa al bando della Divina Commedia cominci a girare su Facebook e qualche gonzo che abbocca alla "intollerabile provocazione" lo si trova. A quel punto il grande quotidiano - anziche' fare il suo mestiere - viene dietro e monta (sul nulla) il caso. Con grande gioia di Gerush92 che - dopo anni di tentativi andati a vuoto - trova finalmente il suo momento di gloria".
LA REPLICA DI GERUSH - ''Né censure né roghi sono stati invocati da Gherush92, tutt'altro - sottolinea all'Adnkronos Stefano Giani project manager dell' organizzazione di ricercatori - la Divina Commedia, come qualunque opera dell'uomo, può e deve essere criticata. Per questo è necessario porre esplicite note, spiegazioni e commenti al testo, che presenta contenuti offensivi e razzisti. Gherush92 - afferma - è disponibile a realizzare queste note critiche''.
''Prendiamo atto, con soddisfazione - prosegue Giani - che per il presidente dell'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp), Giorgio Rembado, può avere senso corredare l'apparato critico che accompagna la Divina Commedia in materia di razzismo, omofobia, islamofobia e simili. Il problema - evidenzia - allora esiste, al di là di risposte formulate sull'onda emozionale, tanto che qualche esimio studioso, dopo 700 anni, ammette la necessita' di spiegazioni al testo in materia di razzismo''.
''A chi accusa Gherush92 di voler cancellare un'opera d'arte - ribatte Giani - rispondiamo, pur sapendo di toccare un tasto delicato, che l'arte è un mezzo per veicolare dei contenuti ma non può essere un ostacolo alla critica e al dibattito. Se e' vero, poi, che la Divina Commedia va letta nel suo contesto storico, allora gli intellettuali e gli studiosi farebbero bene a chiedersi: come vivevano gli ebrei ai tempi di Dante? Accusano Gherush92 di essere anacronistica; la verita' e' che gli eventi drammatici che coinvolsero ebrei ed eretici in quegli anni non li racconta Dante, non li rammentano i commentatori ufficiali, sembra li dimentichino i professori di scuola e gli alunni. D'altra parte il razzismo contro le stesse vittime esisteva tanto allora quanto oggi''.
''Non è colpa di Gherush92 se ci sono opere d'arte italiane eventualmente razziste. E' l'insegnamento della Divina Commedia - conclude - che deve essere contestualizzato e siccome viene insegnata e proclamata oggi, il contesto e' oggi. Oggi si possono e si debbono fare queste osservazioni sul razzismo nella Commedia e in altre opere d'arte. Dante avrebbe potuto scrivere, con virtuosismo artistico, sul dramma dei perseguitati piuttosto che accanirsi, artisticamente, contro di loro''.
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