Grosseto, 15 ottobre 2012 - CLICCA QUI PER LA DIRETTA TWITTER
E' ancora in corso, dalle 10.30 di questa mattina al Teatro Moderno di Grosseto, l'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia, la nave naufragata il 13 gennaio davanti all'isola del Giglio. Nel naufragio persero la vita 32 persone. I periti del Gip Valeria Montesarchio hanno depositato, durante l'udienza, una perizia supplementare sulla gestione dell'emergenza fatta dall'Unità di crisi di Costa Crociere Spa. Secondo quanto appreso la nuova perizia è tutta dedicata a questo aspetto dell'inchiesta e si aggiunge a quella sulla scatola nera.
L'ARRIVO DI FRANCESCO SCHETTINO - E' arrivato al Teatro Moderno di Grosseto con circa venti minuti di anticipo, passando da un ingresso secondario a bordo di una Mercedes chiara con i vetri oscurati. Camicia bianca e giacca blu, accompagnato da suo avvocato Bruno Leporatti, l'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, è arrivato a Grosseto per partecipare all'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della nave naufragata il 13 gennaio davanti all'isola del Giglio. Ieri, per tutta la notte, è stata 'caccia' all'ex comandante Schettino, partito lunedì dalla sua casa di Meta di Sorrento, per scoprire in quale località della Maremma alloggiasse.
IL DIBATTIMENTO - Con l'ingresso in aula, intorno alle 10,20, del gip Valeria Montesarchio è cominciata ufficialmente al Teatro Moderno l'udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della nave Costa Concordia. Il gip ha preso posto al centro del palcoscenico dando inizio all'udienza e quindi all'appello dei presenti. Oltre al comandante Francesco Schettino, sono in aula anche altri indagati, il suo vice Ciro Ambrosio, l'ufficiale Salvatore Ursino e il responsabile dell'Unità di crisi della flotta di Costa Crociere, Roberto Ferrarini. Tutti sono assistiti dai loro legali e consulenti. Il giudice Montesarchio ha illustrato il programma della giornata secondo cui il collegio di periti del Gip, inizierà a illustrare la maxi perizia sulla scatola nera. A parlare, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che lo presiede. Spazio all'intervento delle parti, la Procura, i legali delle persone offese e poi i difensori degli indagati.
Schettino è seduto alla destra della postazione del Gip, Valeria Montesarchio, vicino ai suoi avvocati. Di fronte alla sua postazione, si trova quella del Procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio e degli altri rappresentanti dell'accusa.
Dopo un'ora di camera di consiglio il gip Montesarchio ha respinto tutte le richieste e tutte le eccezioni avanzate dai legali delle parti, a cominciare da quelle dell'avvocato Bruno Leporatti per conto di Francesco Schettino. In particolare la richiesta dell'avvocato Leporatti era di inserire anche il timoniere indonesiano della Costa Concordia nell'incidente probatorio, l'avvocato ha specificato che al suo ufficio non risulta indagato. Ma, secondo quanto ancora emerge dall'udienza, che si tiene a porte chiuse, per il gip non ci sono motivi di aggiungere il timoniere alle altre parti coinvolte. La figura del timoniere è emersa dalla maxi perizia e, secondo quanto risulta sarebbe il decimo indagato dell'inchiesta da parte della procura di Grosseto. Secondo la lettura della scatola nera, il timoniere avrebbe confuso un ordine di Schettino durante la manovra di avvicinamento al Giglio, contribuendo all'incidente. L'avvocato Leporatti stamani aveva chiesto che, se il timoniere risulta al gip tra gli indagati, come riportato da alcuni quotidiani nelle settimane scorse, fosse coinvolto nell'incidente probatorio. L'udienza è continuata con l'illustrazione della maxi perizia da parte del collegio dei periti, tra cui l'ammiraglio Cavo Dragone, che è intervenuto per primo.
Nella pausa, durante la quale il gip si è ritirato in camera di consiglio, l'ex comandante Schettino, si è alzato dalla sua postazione spostandosi nel foyer del teatro insieme ai suoi difensori, salutando chi incontrava e scambiando anche qualche frase. Schettino è apparso sorridente e più rilassato di come era stato visto durante l'udienza: a detta di alcuni naufraghi, il comandante ha seguito il dibattimento con grande attenzione ma allo stesso tempo si mostrava nervoso, mangiandosi di continuo le unghie e mandando continui sms col telefonino. A raccontarlo un gruppo di naufraghi tedeschi all'uscita del teatro Moderno. Si è lasciato stringere la mano e si è detto dispiaciuto raccontano i naufraghi.
SCHETTINO E I NAUFRAGHI - Intanto stamani c'è stato il primo incontro del comandante Schettino con un naufrago della Costa Concordia: in attesa dell'inizio dell'udienza, un passeggero della nave è salito sul palco per salutare Schettino, che, seduto al banco degli imputati si è alzato in piedi e gli ha stretto la mano. 'Speriamo che la verità sia accertata presto'', è quanto avrebbe detto il sopravvissuto al comandante della Concordia. "Sì, la verità deve essere appurata'', avrebbe risposto Schettino.
Ma se da una parte c'è chi stringe la mano a Schettino, dall'altra ci sono naufraghi che non dimenticano la tragedia vissuta sulla loro pelle la drammatica notte del 13 gennaio. ''Mi ricordo che eravamo a cena, una lunga attesa estenuante per scendere. Ho avuto un senso di abbandono da parte di tutti. Mi ricordo anche pero' tre giovani dell'equipaggio che con un'ascia hanno rotto la corda della scialuppa per permetterci di salire. Schettino? Rimango stupito dalla linea che ha condotto in questi mesi. Troppo spavaldo, mi aspettavo che fosse più sobrio''. Lo ha detto Luciano Castro, naufrago che quella sera riuscì ad imbarcarsi su una scialuppa pochi minuti prima dell'inclinazione della nave, a pochi metri da Punta Gabbianara, all'Isola del Giglio. ''Non siamo morti soltanto per fortuna - dicono Ernesto Carusotti e la moglie Paola Falconi, due naufraghi di Roma che oggi sono arrivati al Teatro Moderno prima dell'inizio dell'udienza - Schettino ha le sue colpe, questo è indubbio, non doveva cambiare rotta. Ma anche quello che è successo dopo ha dell'incredibile''.
LA REAZIONE DEI NAUFRAGHI - ''Schettino ha le sue responsabilità, ma dietro ci sono altre colpe di cui qualcuno dovra' rispondere''. I passeggeri che la notte del 13 gennaio scorso erano sulla Costa Concordia sono unanimi nel sostenere che la manovra del comandante non è stata l'unica causa della tragedia. Man mano che arrivano al Teatro Moderno per partecipare all'incidente probatorio disposto dalla Procura, ripetono quasi tutti la stessa cosa. ''Che Schettino abbia le sue colpe e abbia fatto degli errori - dicono Ernesto Carusotti e sua moglie Paola - è evidente. Ma dietro il suo comportamento ci sono altre cose, altre responsabilità di cui qualcuno dovrà rispondere. Ci sono cose che non hanno funzionato e che vengono fuori dalla scatola nera di cui sicuramente qualcuno dovrà rispondere''. L'accusa alla Costa è chiara: ''Quando ha fatto il biglietto - aggiunge Carusotti - io ho pagato la Costa, che io consideravano una compagnia seria e affidabile. Ora mi dovrò ricredere''.
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