Assisi, 6 luglio 2013 - Assisi è in fibrillazione. E fibrillazione è dire poco. Mancano tre mesi al quattro ottobre, ma è come se quel giorno fosse domani. Perché il quattro ottobre, nella città del Patrono d’Italia, arriverà Papa Francesco. Colui che dal Poverello d’Assisi non ha preso solo il nome, ma anche l’insegnamento, il richiamo alla povertà, l’obbligo di tendere sempre la mano a chi soffre come principale missione. Papa Bergoglio, gesuita, arriva in quella che ormai è la ‘sua’ città adottiva. Ed è un esplodere di rumors, di indiscrezioni, di voci che corrono, annunciando eventi che potrebbero segnare il cammino della Chiesa nei prossimi vent’anni. O, addirittura, ad Assisi potrebbe avvenire qualcosa di straordinario, come la nomina a Santi di due predecessori del Pontefice argentino. Non resta che attendere, ma con una certezza. Con un Papa «uomo tra gli uomini» come Francesco può accadere di tutto.
«QUELLA DI Papa Francesco ad Assisi non sarà la consueta, per quanto solenne, visita di un Pontefice in un luogo di altissimo valore spirituale. Il quattro ottobre, ad Assisi, potrebbe esserci una svolta epocale nella storia recente della Chiesa». A parlare sono persone che sanno. Che vogliono rimanere anonime, ma che hanno ben chiaro il polso della situazione. Sanno che «il Vescovo di Roma che i miei fratelli cardinali sono andati a prendere quasi alla fine del Mondo», come disse Bergoglio affacciandosi alla finestra di piazza San Pietro dopo la fumata bianca, potrebbe avere in mente un atto di straordinaria importanza proprio per il 4 ottobre.
QUALE? L’ipotesi più suggestiva, che portebbere ad Assisi milioni di fedeli da tutto il mondo, riguarda la proclamazione a Santi di Papa Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II. Sia il «Papa buono» che Karol Wojtyla misero Assisi, durante i loro Pontificati, al centro dell’Universo cristiano. Il Papa polacco convocò proprio nella città di San Francesco il primo incontro mondiale tra tutte le religioni. Era il 1986 e Giovanni Paolo II lanciò il dialogo delle fedi in nome della pace tra i popoli. Ecco: potrebbe essere quello il filo rosso che legherebbe ad Assisi e alla visita del 4 ottobre l’annuncio della riconosciuta santità dei due predecessori sul Soglio di Pietro. Se davvero Papa Francesco (nella foto) proclamasse Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II durante il suo pellegrinaggio dal Poverello, Assisi e l’Umbria entrerebbero per sempre — e ancora di più — nella storia cattolica mondiale.
SOTTO l’aspetto burocratico e delle regole ecclesiastiche, gli ostacoli da superare non sono pochi. Secondo il Diritto canonico, infatti, per elevare una persona al ruolo di Santo è necessario che il Papa avvisi il vescovo della diocesi d’origine del prescelto, oltre a compiere altri passi obbligatori che richiedono tempo e organizzazione. Per questo la data più probabile per il riconoscimento della santità di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II resta quella dell’8 dicembre, con una cerimonia di altissima solennità in Vaticano. Ma attenzione: la data del 4 ottobre continua a circolare con sempre maggiore frequenza. E chi sa, appunto, non esclude che Papa Francesco abbia in mente un atto a sorpresa proprio nella città del Poverello.
IN OGNI CASO, la visita ad Assisi avrà, secondo le anticipazioni che ‘La Nazione’ è in grado di rivelare, risvolti memorabili. Il Pontefice argentino, ad Assisi, «dirà parole che segneranno la storia e il cammino futuro della nuova Chiesa. Le sue frasi e i suoi gesti saranno pietre miliari nella lotta alla povertà e nel sostegno verso chi soffre>.
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