Firenze, 19 settemnbre 2013 - GENTILE DIRETTORE, io penso che con la nomina del prof. Giuliano Amato a giudice della suprema corte la sua parabola di uomo di stato procede nei giusti binari: da consigliori di Bettino Craxi a sommo uomo di legge . Nei suoi vari incarichi è riuscito a far schizzare il debito pubblico e il deficit nonostante l’istituzione di nuove tasse, vedi Ici, e prelievi forzosi dai conti correnti! Ora dia pure un colpo alla già disastrata giustizia italiana, punitiva solo con tossici, poveracci ed extracomunitari: avanti così, il baratro è vicino!
Ettore Scarmozzino (Pisa)

CARO Scarmozzini, visto che Lei è indignato, la faccio indignare ancora di più. Io penso infatti che la nomina di Amato sia un giusto riconoscimento e una garanzia per l’Alta Corte. Infatti, forse Lei non sa che Amato è stato per più di vent’anni professore di Diritto Costituzionale Comparato all’Università di Roma. Che ha insegnato a Modena, Reggio Emilia, Perugia, Firenze, alla NYU Law School, all’Istituto Universitario Europeo, e attualmente alla LUISS di Roma. Insomma, oltre a mettere tasse come dice Lei, si è anche distrattamente occupato di diritto. La sua ironia riguardo alla preparazione giuridica di Amato, dunque, è assolutamente fuori luogo. Il giudizio politico, invece, è un’altra cosa. Libero Lei di pensarla come vuole. Di ritenere che Amato e la classe dirigente a cui ha appartenuto siano stati una sciagura per il Paese; che il neo giudice dovrebbe addirittura lavorare gratis, come ha scritto ieri un nostro lettore, visto che ha già fior di pensioni. Libero di dire ogni cosa. Senza dimenticare chi è stato Amato. E chi c’è oggi.