Grosseto, 08 ottobre 2013 - Secondo giorno di udienza del processo sul naufragio della {{WIKILINK}}Costa Concordia{{/WIKILINK}} al teatro Moderno di Grosseto che si è aperta con la testimonianza dell'ufficiale cartografo Simone Canessa.
14,12 - Nei drammatici momenti del naufragio della Costa Concordia, ''Il comandante Schettino si cambiò di abito", secondo il racconto di Canessa. "L'avevo lasciato mentre indossava la divisa coi gradi, poi non lo vidi più. Lo rividi più tardi e indossava un giaccone blu dono di compleanno. Evidentemente si era cambiato l'abito, non aveva piu' i gradi''.
13,35 - "Chiedevo molto insistentemente al comandante Schettino di fare qualcosa, di dare l'emergenza generale, ma lui ci diceva di aspettare, non dava risposta''. Così è ripresa la testimonianza di Canessa. ''Schettino _ha proseguito_ dava l'impressione di tenere la situazione sotto controllo e per questo anche noi ufficiali all'inizio eravamo meno pressanti'', poi però, ''chiedemmo a gran voce, anche strillando, di procedere con il segnale di emergenza generale''. Nel racconto di Canessa solo dopo molte insistenze Schettino disse agli ufficiali di abbandonare la nave. Era dietro la consolle di plancia _ha ricordato
Canessa_ passeggiava mentre stava al telefonino: ad un certo punto si fermò, ci guardò, ci fissò e disse: 'Abbandonare la nave'. Ci fu un'eco, tutti ripetevano 'abbandonare la nave'. Ma io dissi: ''Prima bisogna dare l'allarme generale''.
11,20 - "Ho preso un fondale basso, sono distrutto". In aula è stata fatta sentire anche la telefonata, effettuata pochi minuti dopo l'impatto della nave con lo scoglio, tra Schettino e Roberto Ferrarini, referente a terra di Costa Crociere: "Roberto, sono passato sotto il Giglio. Il comandante Palombo (ex dipendente della Costa, ndr) mi ha detto 'passa sotto, passa sotto!'. Sono passato sotto e con la poppa ho preso un basso fondale. Sono distrutto, sono morto, non mi dire nulla. Adesso _continua il comandante_ abbiamo un black-out. Sto facendo fare i controlli".
11,10 - La consuetudine di fare inchini presso le isole, anche al Giglio, non era in uso nella flotta di Costa Crociere, secondo la testimonianza di Canessa: ''Nell'agosto del 2005 facemmo, su un'altra nave, un'accostata all'isola del Giglio, in totale sicurezza, alla velocità di cinque nodi e a oltre mezzo miglio dalla costa. Al comando c'era Mario Palombo. "Ci avvicinammo da nord - ha ricordato Canessa - il comandante Palombo (che è fra i testi dell'accusa e che scrisse un libro sulla pratica dell'inchino, ndr) prese tutte le precauzioni, anche preavvisando le autorita' sia di terra, sia di mare''.
11,05 - ''Non ci sarebbe stata nessuna differenza con una carta nautica diversa'', ha continuato Canessa dopo che il pm Alessandro Leopizzi gli ha mostrato una carta nautica dettagliata del Giglio, carta che non era tra quelle in dotazione alla Costa Concordia. Su questa Canessa ha detto che ''l'ingrandimento è migliore'' rispetto alle mappe della nave ''ma dal punto di vista della pianificazione del viaggio non sarebbe cambiato nulla. La scala migliore aiuta ma non c'è nessun dettaglio che mi possa essere sfuggito''.
10,26 - Sul perché fu cambiata la rotta Civitavecchia-Savona, per deviare verso il Giglio, ''non avevo nessuna informazione diretta ma avevo sentito dire che era per un saluto a qualche abitante del Giglio o che lavorava sulla nave", ha detto Caressa rispondendo al pm Alessandro Leopizzi se sapesse il motivo di variare l'itinerario della nave dalla rotta normalmente seguita verso nord.
10,10 - "Andiamo sotto al Giglio. Amm'a fa' l'inchino. Jamme sotto sto ca.. i Giglio". Sono le parole registrate a bordo della Concordia, il 13 gennaio 2013 con cui il comandante, Francesco {{WIKILINK}}Schettino,{{/WIKILINK}} chiese all'ufficiale cartografo di cambiare la rotta della nave. "Prima della partenza da Civitavecchia il comandante Schettino mi disse di aspettare sul ponte, poi mi ordinò di programmare una variazione della rotta Civitavecchia-Savona per passare accanto al Giglio'', ha detto Caressa.
L'audio con la registrazione del dialogo fra Schettino e Caressa sul cambio di rotta è stato fatto sentire in aula, nel corso della testimonianza di Caressa, l'ufficiale in seconda di coperta responsabile dei piani di viaggio e delle rotte.
Caressa ha confermato che l'ordine sia stato dato dal comandante in persona: "Mi disse di tracciare la rotta. Fissammo il passaggio a mezzo miglio dal pericolo più vicino al Giglio perché in quel punto avremmo avuto un fondale di circa 100 metri".
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