Firenze, 30 gennaio 2014 - Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono colpevoli. Questo il verdetto emesso dalla Corte d'assise d'appello di Firenze nel processo d'appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa a Perugia il 1° novembre 2007. La nostra diretta twitter
Amanda Knox e' stata condannata a 28 anni e sei mesi e Raffaele Sollecito a 25 per l'omicidio di Meredith Kercher. E' la sentenza della corte d'appello di Firenze. Divieto di espatrio per Raffaele Sollecito e nessuna misura cautelare per Amanda Knox. Lo ha deciso la corte d'appello di Firenze.
I MOTIVI DEL DIVIETO DI ESPATRIO DI SOLLECITO - Raffaele Sollecito "ha evidenziato la disponibilita' di supporti logistici in paesi in relazione ai quali lo Stato italiano non risulta legato da accordi di assistenza giudiziaria". E' quanto scritto nel dispositivo con cui la Corte d'Assise di Firenze ha disposto il divieto di espatrio per Raffaele Sollecito. Per lui "sussiste concreto e attuale pericolo di fuga". Nessuna misura e' stata stabilita invece per Amanda perche', dopo l'assoluzione in appello a Perugia, "trovasi legittimamente nel suo paese di origine" e "non sussiste pericolo di fuga da territorio nazionale".
AMANDA: "SPAVENTATA DA SENTENZA INGIUSTA" - Amanda Knox e' rimasta ''impietrita'' appena saputa la sentenza di condanna, ma non ha pianto e non ha parlato. Cosi' uno dei suoi legali, Carlo Dalla Vedova, che ha comunicato via telefono la sentenza. La ragazza ha poi detto ''Sono spaventata e rattristata da questa sentenza ingiusta''.
SOLLECITO HA GUARDATO LA SENTENZA ALLA TV, "E' ANNICHILITO" - Ha appreso della sentenza di condanna nell'appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher dalla Tv, Raffaele Sollecito, che e' apparso "annichilito" ad uno dei suoi difensori, l'avvocato Luca Maori. Il giovane pugliese e' rimasto senza parole.
I FAMILIARI DI MEREDITH: "NIENTE DA FESTEGGIARE - Impassibili i familiari di Meredith Kercher alla lettura della sentenza di condanna. Hanno stretto le mani ai loro legali e hanno scambiato qualche parola con il pg. Il fratello di Meredith, Lile, ha poi detto: "Non e' tempo di festeggiare". "Capisco perche' Raffaele e Amanda non fossero qua", ha poi affermato.
BONGIORNO: "QUESTA SENTENZA NON REGGERA' FINO ALLA FINE" - "Non credo assolutamente che questa sentenza reggerà fino alla fine, è un passaggio. Questo non è un verdetto finale". Lo ha detto Giulia Bongiorno, avvocato di Raffaele Sollecito, pochi secondi dopo la sentenza che ha condannato il suo assistito a 25 anni di carcere e Amanda Knox a 28 anni e mezzo di reclusione per l'omicidio di Meredith Kercher. "Raffaele non voleva fuggire - ha spiegato ancora il legale - stamattina era qui e ora era assente perché la camera di consiglio è stata molto lunga". Amanda Knox e Raffaele Sollecito "sono stati da sempre indicati come assassini" ma "io non parlo e non parlerò mai di accanimento quando c'è una sentenza perché rispetto la giustizia e le sentenze", ha poi detto Giulia Bongiorno.
"Anche gli errori giudiziari - dice - fanno la storia della giustizia, ma li correggeremo questi errori", ha aggiunto Bongiorno. "Questo è un processo in cui ci sono prove a favore degli imputati", ha proseguito l'avvocato. "Non dimentichiamo che esiste una perizia che esclude l'attribuibilità del Dna trovato nella stanza a Raffaele", ha concluso.
IL PROCURATORE: "RICONOSCIUTO IMPIANTO ACCUSATORIO" - "E' stato riconosciuto il nostro impianto accusatorio". Appare soddisfatto e si limita ad un'unica battuta Alessandro Crini procuratore generale al termine della sentenza di Corte d'Appello bis che ha visto confermare la pena per Raffaele Sollecito a 25 anni e aumentare la pena di Amanda Knox da 26 a 28 e sei mesi.
LA NOTIZIA SULLE TV MONDIALI - Fa il giro del mondo la notizia della sentenza della Corte d'appello di Firenze che ha condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. La notizia e' breaking news sui principali quotidiani internazionali, dalla Cnn alla Bbc al Guardian.
IL DIFENSORE DI AMANDA: "BELLA BOTTA" - "E' stata una bella botta, faremo ricorso, Amanda e' innocente": cosi' uno dei difensori di Amanda Knox, Luciano Virga, commentando la sentenza.
L'ALTRO DIFENSORE: "DISPIACIUTO" - "Sono molto dispiaciuto di questa decisione. Ho sempre creduto nella totale autonomia dei giudici di Firenze e dal punto di vista processuale non ho nulla da dire. Ma abbiamo ancora della strada da percorrere". Sono queste le parole dell'avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda Knox, pochi minuti dopo la condanna a 28 anni e mezzo di carcere. "La lunga discussione - ha detto ancora il legale - dimostra che ci sono stati temi controversi. La strada del ricorso dopo il rinvio è molto difficile da determinare ma siamo pronti a una nuova battaglia".
PROCESSO MEREDITH, ULTIMO VERDETTO: VIDEO
Si chiude così, dopo oltre 4 mesi, 12 udienze (e circa 11 ore di camera di consiglio in questa interminabile giornata) questo nuovo capitolo della vicenda processuale: Amanda e Raffaele furono condannati in primo grado (26 anni lei, 25 lui), assolti in appello, poi di nuovo rimandati davanti a un tribunale (appunto, la Corte d'assise d'appello di Firenze, prima sezione penale, presieduta dal giudice Alessandro Nencini) per l'annullamento della sentenza di appello da parte della Cassazione. Ora questo nuovo verdetto, in attesa di un più che probabile ulteriore ricorso in Cassazione.
Nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero Alessandro Crini aveva chiesto la condanna a 30 anni di carcere per Knox (26 per l'omicidio e 4 per la calunnia ai danni di Patrick Lumumba) e 26 per Sollecito, oltre a una misura cautelare immediata.
Il processo, in tutti i gradi di giudizio, si è giocato su una sfida di perizie, Dna, tracce, impronte, testimonianze senza una prova regina (la cosiddetta "pistola fumante") e con varie ipotesi sul movente. L'unico condannato in via definitiva per l'omicidio di Meredith Kercher è l'ivoriano Rudy Guede che, per concorso in omicidio, è stato condannato a 16 anni con rito abbreviato.
Presente in aula al mattino uno dei due imputati, Raffaele Sollecito (sempre con il suo solito golf viola) che poi ha atteso la sentenza altrove, mentre Amanda Knox è rimasta negli Stati Uniti, da dove, però, ha scritto una lettera alla famiglia di Meredith Kercher. Presenti anche i fratelli della vittima, Lyle e Stephanie.
L'ultima udienza si è aperta con le repliche della difesa di Amanda. Raffaele Sollecito è venuto in aula al mattino accompagnato come sempre dal papà Francesco. - "Siamo qui anche perché siamo fiduciosi che la sentenza sarà di assoluzione". Sono le parole del padre di Raffaele ai giornalisti. "Non potremmo non avere fiducia, è ovvio", ha aggiunto Francesco Sollecito. Cappotto blu, maglioncino viola con appesi sulla scollatura gli occhiali da sole, Sollecito non ha voluto fare dichiarazioni ai tanti giornalisti in attesa. Si e' subito seduto sui banchi riservati alla sua difesa rimanendo a parlare con i parenti. "Qualcuno, forse, ce l'ha con me. Credevano che non venissi", queste invece le prime parole di Raffaele Sollecito, rivolte ai giornalisti, una volta entrato nel palazzo di giustizia di Novoli. Accanto a lui uno dei difensori, l'avvocato Luca Maori, e i legali di Knox, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova.
LA DIFESA DI AMANDA - L'avvocato Dalla Vedova (che difende Amanda Knox) ha ribadito le convinzioni dell'innocenza della ragazza statunitense: "L'unica soluzione possibile è l'assoluzione". Dalla Vedova è tornato sull'interrogatorio fatto ad Amanda nella notte del 5 novembre, senza legale, "un vizio iniziale che condiziona il processo. Amanda si fidò delle autorità italiane, ma fu tradita la sua fiducia".
Dalla Vedova ha poi ripetuto la tesi della difesa sul delitto: "Rudy Guede era un ladro ed è entrato nell'appartamento di via Della Pergola per rubare, poi ha violentato e ucciso Meredith".
Dopo Dalla Vedova, ha parlato l'avvocato Ghirga (sempre difesa Knox) che ha insistito sul fatto che "non ci sono prove che sul coltello trovato a casa di Sollecito ci siano tracce di Dna della vittima" e ha chiuso, a sua volta, chiedendo l'assoluzione.
© Riproduzione riservata