REDAZIONE CRONACA

Mostro di Firenze, l’incubo infinito. Ancora la pistola, trentun'anni dopo

Perquisizioni intorno a Firenze a caccia dell’arma dei duplici delitti

Il delitto degli Scopeti avvenuto nel settembre 1985

Firenze, 22 agosto 2016 - L’inchiesta sui delitti del mostro sembra essersi avvitata su se stessa e, incurante delle verità giudiziarie raggiunte, torna alle origini, a quella che è stata sempre chiamata la “pista sarda”.

La nuova inchiesta, affidata ai carabinieri del Ros, è coordinata dal pm Paolo Canessa, oggi procuratore di Pistoia ma titolare di una delega a indagare ancora nella vicenda e scaturisce non solo da denunce anonime ma anche da alcuni esposti presentati, a partire dall’ottobre 2013, dall’avvocato Vieri Adriani che rappresenta i familiari di Jean Michel Kraveichvili, ucciso nel settembre 1985 agli Scopeti con la fidanzata Nadine Mauriot.

Il giorno di Ferragosto è stata ritrovata una Beretta calibro 22 LR, in pessime condizioni, spiegano i carabinieri, lungo il torrente Ensa, poco oltre la frazione di Ronta appena superata la località Madonna dei Tre Fiumi in direzione Razzuolo. Qui il fiume descrive delle anse che sono state, negli anni, piuttosto frequentate.

Nel dopoguerra, poco distante, era attiva una cava di pietra e, fino a pochi anni fa, c’erano anche degli orti in riva al fiume. Zona frequentata, quindi, potenziale crocevia o punto di passaggio di contadini e cacciatori locali. E i carabinieri di Borgo San Lorenzo ricordano come ritrovamenti del genere, nella zona, non siano così infrequenti. L’arma, trovata da una turista che faceva parte di una comitiva, è ‘compatibile’ con la pistola del mostro. Però ha il numero di matricola integro anche se arrugginito e questo farebbe pensare che non si tratti di una pistola ‘criminale’. Ma al momento tutto è possibile e niente escluso. Adesso l’arma verrà ripulita a dovere e solo dopo verrà sottoposta a prova di sparo con cartucce Winchester 22 ramate serie H. Quella sarà la prova del Dna della pistola.

Intanto gli investigatori del Ros, nel riserbo più assoluto hanno proceduto ad alcune perquisizioni in territorio fiorentino e in quello pratese, in qualche caso toscano. Non si tratta solo di professionisti. Sono stati interrogati anche amici, familiari ed ex dipendenti di un imprenditore tedesco (deceduto) che ha abitato a Villa la Sfacciata di Giogoli, e prima era stato ‘vicino di casa’ a Vaiano di Salvatore Vinci (sparito dal 1988).

Poco tempo fa i carabinieri hanno ‘disseppellito’ una Panda bianca vicino all’inceneritore di San Casciano perché un anonimo diceva che l’auto conservava la pistola del mostro. Non era vero.

am ag