Firenze, 27 marzo 2021- Si gioca tutto sul filo dei minuti e di piccoli numeri nella settimana orribile della Toscana, al centro di feroci attacchi dopo essere divenuta un caso nazionale per la lentezza della vaccinazione degli over 80 e il crash tecnologico del portale per la prenotazione di vaccini e tamponi. E alla fine scatta la zona rossa: il semaforo della cabina di regia nazionale dà lo stop. E anche questo rinfocola la polemica della gestione politica.
Rosso da lunedì, sorpresa di Pasqua, quando dal 3 al 5 aprile nel colore più acceso del rischio ci raggiungeranno anche le altre regioni italiane. La decisione che arriva praticamente a zona arancione confermata dalla matematica, ha il sapore della beffa, ma con una genesi particolare. E’ il governatore toscano Eugenio Giani ad autodenunciare un ritardo di giovedì, giorno in cui si chiudono i conteggi per la contabilizzazione dei dati che vengono trasferiti alla protezione civile nazionale e da lì risucchiati dal monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, che poi li fornisce al comitato tecnico scientifico per le valutazioni.
Che succede giovedì? La Toscana alle 16, come ogni settimana, invia i dati a Roma. Con i 1.518 casi che portano a 248 il conteggio del tasso di incidenza su 100mila abitanti, soli due punti (un’ottantina di positivi) al di sotto della soglia dei 250 che fa scattare automaticamente il rosso. Sospiro di sollievo. Poi alle 16,30 di giovedì arrivano altri 102 casi positivi elaborati dal laboratorio di Prato. Succede spesso che possano esserci ritardi. Ma ieri il presidente Giani dopo aver notato il grande numero di nuovi positivi sulla provincia di Prato (295 contro gli 87 del giorno precedente), mette in moto la macchina delle verifiche e fa ricontrollare gli invii dei dati delle Asl. Essendo rimasti in arancione per qualche manciata di casi ed essendo arrivati i dati mezz’ora dopo l’invio del totale dei positivi a Roma, Giani decide di chiamare il ministro Speranza per la rettifica dei dati del giorno precedente e di ieri. Anche per timore che quella mezz’ora potesse essere valutata come un artifizio studiato per restare in zona arancione. Era l’una e il comitato tecnico scientifico stava completando le valutazioni, con la Toscana per un soffio in arancione.
Alle 13 Giani prende il telefono e racconta l’accaduto a Speranza, pur sapendo che i 102 casi di Prato avrebbero fatto salire il conteggio totale a 1.620 proiettandoci a un tasso di 251 condannando la Toscana alla zona rossa. L’ultima volta ci eravamo andati il 15 novembre, per uscirne il 6 dicembre. «E’ stato un atto di trasparenza opportuno in un momento così delicato – spiega Giani – Mi spiace che la nostra regione vada in rosso per pochi casi ma spero che riusciremo a uscirne dopo questi otto giorni, il dpcm è in scadenza e le nuove ordinanze scatteranno il 6 aprile sulla base di quanto sarà deciso venerdì prossimo. Contiamo di vaccinare moltissime persone sperando che le dosi arrivino in quantità massicce». Parole che non bastano a placare il vento di tempesta che picchia sulla giunta toscana.