Massa, 16 aprile 2014 - Un incontro ravvicinato del terzo titpo, assicurano. Per loro che hanno vissuto in prima persona l’esperienza non c’è alcun dubbio. Quel «disco luminoso», 8 metri di diametro, che irradiava sopra la loro auto fasci di luce di colore blu elettrico, tanto intensi da rimanere impressi negli occhi per una manciata di secondi, non può che essere stato un ufo, ovvero un oggetto volante non identificato. E in loro ha lasciato il segno, dal punto di vista psicologico. Nel senso che sono rimasti colpiti e sconcertati. Ci hanno pensato a lungo, hanno ripercorso l’accaduto attimo per attimo, come in un film. Poi hanno deciso — una volta metabolizzato il tutto — di rivolgersi a una struttura specializzata, il Centro Ufologico Mediterraneo che collabora con l’Aviazione Militare Italiana che ha chiesto loro di compilare un fascicolo con tutte le informazioni possibili e i dettagli dell’avvistamento. Quella stessa esperienza, l’hanno raccontata anche alla Nazione. Uno dei protagonisti, quello che ricostruisce momento per momento, l’avvistamento, ovviamente ha un nome e un cognome. Rispettando la sua richiesta di riservatezza, nel nostro colloquio lo chiameremo, Andrea. Ecco il racconto.
Andrea, ci spiega esattamente cosa è accaduto?
«Tornando a casa sabato sera (5 aprile) passando come al solito per Pariana, siamo stati sorvolati da un oggetto volante non identificato, senza mezzi termini».
L’avvistamento dove è avvenuto?
«Esattamente nel tratto tra il cimitero di Pariana e la curva del vecchio mulino, dopodiché si è spostato sul dritto per Pariana».
Lungo il tratto di strada ci sono delle immagini sacre?
«Sì è successo tutto proprio davanti alla piccola maestà ricavata nella montagna, poco prima della curva del vecchio mulino, quella con le ringhiere nere rialzata dalla strada».
Si ricorda l’orario preciso?
«L’orologio dell’auto segnava le 22.56».
C’è qualche dettaglio che le è rimasto impresso in modo particolare?
«Sì, nel momento in cui è apparso i miei occhi erano come attraversati da tanti segmenti blu intenso».
In macchina insieme a lei chi c’era?
«Eravamo io, mia moglie e mio figlio di 5 anni».
Sua moglie ha avuto la stessa percezione?
«Mia moglie dalla sua angolazione dell’auto lo ha visto quasi nella sua totalità, stimandolo in circa 8 metri di diametro».
Ha temuto per l’incolumità della sua famiglia?
«Il fenomeno è stato breve, e in quel momento preso dal panico, non ho neanche avuto tempo di pensarci, ma solo di correre via. Solo dopo io e mia moglie a mente fredda abbiamo realizzato il potenziale pericolo a cui eravamo esposti».
Il primo pensiero per chi è stato?
«Per mio figlio, che fortunatamente dormiva dietro. Ho letto di rapimenti alieni e spesso di bambini, chissà cosa poteva capitarci...».
Ha avuto paura?
«Paura? E’ strano descrivere cosa proviamo, un po’ paura un po’ fascino, pensando che quella cosa potesse essere sul nostro tetto o avesse “memorizzato” le nostre identità. Comunque sì, ho avuto paura».
Come ha reagito all’accaduto sua moglie?
«Mia moglie è una donna che se non vede non crede, come tanti di noi, e vedere quella cosa in aria a forse 4 metri sopra la nostra auto l’ha turbata, perché improvvisamente ottieni una consapevolezza dell’esistenza di cose che non sono terrestri, e oltre la paura ti mette tanta confusione».
Di notte riuscite a dormire?
«Le prime notti non dormimmo bene, perché sei invaso dai pensieri che quella cosa o “loro” tornino da te, siano intorno a te e non li puoi vedere. Solo dopo 3 o 4 giorni ci siamo calmati, ma rimani sempre un po’ in allerta...».
Ripassare sul quel tratto di strada cosa significa per voi?
«Guardi l’altra sera (il 12 aprile, ndr) è una settimana esatta dall’accaduto e siamo ripassati di lì alla stessa ora e fa un certo effetto, anche se sono certo che non può riaccadere nello stesso luogo, o spero...».
Lei crede che possano esistere forme di vita oltre alla nostra?
«Sono una persona aperta e ho sempre immaginato che l’universo includa altri oltre noi, ma un conto è immaginare, vederli è una conferma che ti trasforma dentro, e mi fa rispondere “sì” ci sono altre forme di vita che ci visitano, e sono qui proprio dove viviamo».
Ha raccontato quanto le è accaduto a qualche associazione specializzata in avvistamenti?
«Ho ritenuto importante il mio incontro ravvicinato perché classificato del terzo tipo e molto vicino a noi. Ho riferito tutto al Centro Ufologico Mediterraneo che collabora con l’Aviazione Militare Italiana e mi ha richiesto di compilare un fascicolo con tutte le informazioni possibili, tutti i dettagli».
Ha mai pensato che tutto questo possa essere uno scherzo?
«In un primo momento durante l’accaduto, credevo di vedere quei laser blu tipo discoteca che venivano proiettati dal paese verso di noi, ma purtroppo non era così».
In passato gli era mai capitato di assistere a fenomeni o episodi analoghi?
«A tutti capita di vedere in cielo lassù qualcosa di cui non sei sicuro ma dici mah sicuramente era un aereo o cosa, ma questa è in assoluto la prima volta e spero l’ultima di vederlo così vicino a me…».
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