Empoli, 12 luglio 2016 - «Non onorare la vecchiaia è demolire la casa dove ci si deve addormentare la sera». L’aforisma, delicato e pungente, è di Alphonse Karr, scrittore dell’Ottocento, scuola francese. Il passato è un modello, non si scappa, e certi paradigmi morali forse andrebbero applicati ancora oggi, a questi nostri tempi fatti di valori sfilacciati, di rispetto perduto, di umanità non pervenuta, facile magari da esibire sui social alla bisogna, ma sempre più propensa a rarefarsi nel quotidiano.
Due giorni fa, a Castelfiorentino, una signora di 86 anni è uscita di casa e, sotto il sole di mezzogiorno - perché la scorza dura, per i nostri anziani, non è solo un modo di dire – è andata in banca a ritirare 400 euro. Quei risparmi servivano per qualche piccola spesa. Le bollette, il pane, la frutta. Un gesto semplice, pulito, normale. Ma il mondo è cambiato. Alle sue spalle c’era un uomo. L’ha attesa fuori dalla banca e l’ha seguita fino a casa. Ha suonato il campanello, si è spacciato per un addetto del gas, è salito e ha chiesto un bicchiere d’acqua. L’anziana non ha fatto nemmeno in tempo ad aprire il rubinetto che alle sue spalle non c’era più nessuno.
E non c’erano più nemmeno i suoi soldi. Prima di chiamare i carabinieri ha pianto, in silenzio, con dignità. La dignità che manca a questi truffatori da due soldi, gente marcia nell’anima, cinici rabdomanti di persone deboli e indifese nelle città come nei piccoli centri. Gente capace di ingannare chi ha i capelli bianchi e le mani malferme. Capace, senza rimorsi, di tradire una fiducia immediata accordata da persone cresciute in un piccolo mondo antico fatto di un rispetto genuino e istintivo. Sembra preistoria, eppure è l’humus in cui sono cresciuti i nostri padri e i nostri nonni, che oggi siamo chiamati a difendere da questi mostri della quotidianità.