Empoli, 8 ottobre 2010 - Uno strano triangolo e una denuncia per violenza sessuale: tutto, secondo l’accusa, si sarebbe consumato all’interno delle mura familiari di una casa sulle colline di Montespertoli. Protagonisti di questo brutto caso giudiziario sono una sorella e due fratelli: la prima ha accusato i due fratelli di 30 e 25 anni di averla violentata e di aver abusato di lei per otto lunghi anni.
La giovane, che oggi ha 20 anni e vive in una struttura protetta sconosciuta, si è decisa a parlare solo nel giugno 2008. Un giorno di quasi tre anni fa si è rivolta allo sportello della polizia ferroviaria di Firenze e qui ha vomitato tutta la sua sofferenza a quegli agenti sconosciuti: il suo calvario di violenze sessuali, botte e urla si sarebbe protratto dall’età di 12 anni fino ai vent’anni. Mai il coraggio per denunciare, il passo per raccontare quello che le era accaduto fra le mura domestiche lo ha avuto solo dopo otto anni.
Ieri mattina c’è stata un’udienza davanti al gip Michele Barillaro del tribunale di Firenze. Il pm Lastrucci aveva chiesto l’archiviazione del caso, ma il gip ha disposto un’indagine suppletiva e in particolare ha chiesto che il pubblico ministero possa ascoltare ancora una volta la ragazza per apprendere la sua versione dei fatti alla presenza di un esperto psichiatra. Il gip Barillaro ha dato tre mesi di tempo al pm per condurre l’indagine suppletiva.
All’udienza era presente anche il legale difensore dei due fratelli, l’avvocato Mattia Alfano di Firenze che ha presentato una nutrita memoria e una ricca documentazione con la quale intende smontare pezzo per pezzo la versione della ragazza. «Vogliamo reinquadrare la vicenda che secondo noi ha molti lati oscuri da chiarire, con molte contraddizioni», afferma l’avvocato dei due fratelli di Montespertoli. Secondo la difesa dei due accusati, è molto strano anche come è nata la presentazione della denuncia, dopo tanti anni e dopo che ci sono stati episodi abbastanza controversi. Infatti, sembra che il rapporto fra la giovane e il resto della famiglia apparirebbe abbastanza complesso, come quando era fidanzata con un ragazzo e i suoi genitori non erano d’accordo e lei era scappata di casa.
Per la difesa, che conta molto sul fatto che lo stesso pm ha chiesto l’archiviazione del caso, ci sono passaggi nel racconto delle presunte violenze sessuali che non tornano, soprattutto in relazione alla modalità con cui tali abusi avvenivano. Pare che i due fratelli usassero violenza nei confronti della sorella minore nella loro casa, dove vivevano con i genitori. Ma a quanto pare la madre, che è casalinga ed è custode in un agriturismo della zona di Montespertoli, avrebbe riferito di non aver mai sentito urla e botte. Come del resto, l’avvocato Alfano tende a sottolineare che non ci sono prove della violenza che la giovane vittima avrebbe subito e mai rivelato a nessuno, neppure quando si è rivolta al pronto soccorso dell’ospedale per aver ricevuto dei colpi di granata in testa da parte della madre.
Oltre alla vicenda in sè già molto triste e di fronte alla quale la giustizia si deve ancora pronunciare con una sentenza definitva, ci sono anche altri risvolti umani. Per esempio il fratello maggiore, quello di 30 anni, sposato, separato e con un figlio da quando è scattata la denuncia a suo carico non può vedere il figlio piccolo da quasi tre anni su disposizione dell’assistenza sociale. A questo punto si attende l’ulteriore passo della giustizia con l’indagine suppletiva del pubblico ministero che potrà ascoltare la versione dei fatti dalla bocca della protagonista, che da quel giugno 2008 non è stata più sentita.
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