Empoli, 5 ottobre 2011 - LA “SINDROME cinese” si è materializzata all’assemblea del Circondario, dove è stata presa in esame, lunedì sera, la necessità di incentivare i controlli su attività che sfuggono ai radar del fisco da parte di cittadini provenienti dalla Cina (senza per questo voler criminalizzare, ovviamente, un’intera comunità, com’è stato subito precisato in aula). Questi gli antefatti: la maxi-evasione per 500 mila euro di una imprenditrice cinese scoperta dalla Finanza, i 1800 giacconi di lusso “clonati” da un imprenditore cinese delle confezioni (e dunque evidentemente taroccati), ed anche la scoperta di un ambulatorio clandestino: questo intero pacchetto di “made in China” non legale è stato portato in aula dal capogruppo Lega Nord Marco Cordone per dimostrare che occorrono più sforzi per controllare il territorio e far emergere le attività che non rispondono alle regole.
 

 

Gli ha risposto il sindaco delegato Federico Campatelli, premettendo appunto che il discorso non deve né criminalizzare un’intera comunità, né riguardare solo i cinesi poiché sacche di evasione possono nascondersi anche tra gli empolesi Doc.
Detto questo, Campatelli ha ricordato quanto già fatto di recente: il suo riferimento è a progetti del Circondario per l’emersione delle attività illegali, tra cui il patto per la legalità stretto con la Prefettura di Firenze «che ha consentito di avere nella nostra zona 10 finanzieri in più», preposti all’anti-evasione.
«L’invito ad incrementare gli sforzi di controllo laddove possibile è stato accolto — sintetizza, da parte sua, il direttore del Circondario, Alfiero Ciampolini — se necessario faremo i nostri passi per aumentare i controlli delle forze dell’ordine e dei comandi di polizia municipale». Ma il Circondario in sé, ha ricordato Ciampolini, non ha organi ispettivi per l’evasione fiscale, né li ha la Provincia.
 

 

Cordone, in aula, s’è dichiarato «parzialmente soddisfatto» della risposta ottenuta.
Il dubbio riguarda una possibile sottovalutazione del danno che le attività illegali di cittadini cinesi possono arrecare all’economia. E alle imprese degli empolesi e dei cittadini cinesi che si sono invece ben integrati. «Se non vedo miglioramenti nella situazione — ha ribadito Cordone — organizzerò un sit-in di protesta dinanzi al Consolato Cinese di Firenze».