Empoli, 5 agosto 2012 - IN ATTESA della pioggia, magari di qualche acquazzone tipico d’agosto. E’ questa la situazione degli algricoltori del Circondario alle prese con una siccità fortissima che sta facendo soffrire le viti sia per quanto riguarda la quantità che la qualità. «In molti piccoli coltivatori stanno pensando a non vendemmiare proprio — afferma Luigina D’Ercole, responsabile Cia dell’Empolese-Valdelsa — Il quadro è grave: le viti stanno prendendo troppo sole per quelli che sono gli standard locali e rischiano di appassire. La vendemmia verrà quasi sicuramente anticipata alla fine di agosto, al massimo all’inizio di settembre. Se continua così si dovrà cominciare il prima possibile e cercare di salvare il salvabile».

Se la siccità negli anni scorsi era un fenomeno che capitava ma non così di frequente, adesso è diventata quasi una costante: «E’ già il secondo anno che ci troviamo alle prese con il caldo, il vento secco e piogge sempre più scarse — continua D’Ercole — Purtroppo ci dovremo adattare a questo fenomeno». La crisi economica amplifica gli effetti del fenomeno: «In passato avevamo modo di recuperare se un’annata era andata male. Adesso, è sempre più difficile.

I costi di produzione (gasolio e Imu) aumentano sempre di più e il mercato del vino non sembra conoscere ripresa. In tanti rischiano di sparire e di dover abbandonare questo lavoro. Le conseguenze sarebbero molto negative anche per quanto riguarda il turismo locale e la tenuta del territorio. Del resto, lo sappiamo, qui ci sono sempre state poche frane perchè il paesaggio è in gran parte coltivato».


Il problema non riguarda solo viti e olivi, ma tutti i tipi di colture: «Soprattutto quelli che necessitano più acqua come gli ortaggi — ancora Luigina D’Ercole — Da tempo stiamo proponendo delle possibili soluzioni». Quali? «Bisognerebbe velocizzare la macchina burocratica — risponde — Per avere un permesso per attingere l’acqua dai fiumi devo chiedere a gennaio e aspettare fino a giugno, quando è ormai tardi». «Poi, bisognerebbe facilitare la costruzione di pozzi e laghetti solo per gli agricoltori e incentivare la raccolta delle acque piovane — conclude — Purtroppo la siccità non sembra lasciarci tregua, quindi dei cambiamenti sono assolutamente necessari».