Empoli, 12 maggio 2016 - «Al dolore che ti mangia dentro, si aggiunge l’attesa logorante di non sapere quando Samu potrà tornare a casa». Un’ansia che Valentina Cianci è brava a tenere a bada. Da sorella maggiore, continua a proteggere il suo fratellino, quello che ha visto crescere per vent’anni, fino al «giorno nero» in cui il cuore del ragazzo ha smesso di battere. Dopo una partita di calcetto con gli amici, una delle tante, al centro sportivo di Monteboro. Appena qualche chilometro lontano dalla casa di via Carraia dove Whisky, il cagnolino di famiglia, non si dà pace.
«Lo cerca costantemente – racconta Valentina – Poi si ferma e fissa il cancello». Lo stesso dal quale da martedì mattina non fanno che entrare e uscire persone di ogni età. «In molti ci sono vicini, a partire dagli amici di Samu – sottolinea la 27enne – Che vuole, era un ragazzo in gamba. Il migliore dei fratelli che uno potesse chiedere. Non ho mai ricevuto un no da lui, mai». Un legame fortissimo, quello tra Valentina e Samu, cresciuto negli anni. «Io volevo una sorellina e ho chiara davanti agli occhi l’immagine di quando mamma mi annunciò che invece sarebbe arrivato lui – racconta – Di fatto, si è rivelato il più grande dei doni».
Un dolore doverci rinunciare senza preavviso. «E’ un inferno – ammette – Quando babbo mi ha chiamata, lunedì sera, io ero già a letto. Mi ha detto di andare subito a Monteboro. Mi è bastato vederlo corrermi incontro per capire che era successo qualcosa di grave. Intorno a noi c’erano i ragazzi che di solito vedevo a casa, mi ha abbracciata e mi ha detto “Fatti forza”». La tragedia era avvenuta soltanto pochi minuti prima. «Mamma piangeva – ricorda ancora – Il corpo di Samu era a terra, avvolto nella coperta termica: è stato e sarà sempre il giorno più brutto della mia vita. Ma non è quella l’immagine che voglio conservare di lui: il mio fratellino sarà sempre quello che correva, rideva e faceva baldoria nel cortile di casa nostra».
Proprio davanti al casolare di campagna dove vivono babbo Daniele e mamma Paola con i figli, il giovane, scomparso davvero troppo presto, giocava pure a pallone. «Lui il calcio lo amava – mette in chiaro la sorella – Sui campi è cresciuto, sui campi se n’è andato, lasciando un gran vuoto e tante cose ancora da fare. Mio padre glielo diceva sempre ‘I ragazzi a vent’anni sono dei mangia-mondo’, sempre di corsa. Lui era così: aveva voglia di veder realizzati i suoi sogni».
Sogni infrantisi lunedì intorno alle 22.15 contro un arresto cardiaco che non ha lasciato scampo al ventenne, studente di economia aziendale a Pisa: a niente è valso l’intervento di due medici, un segnalinee e un giocatore impegnati in una gara della Uisp, né quello del personale del 118 e della Pubblica Assistenza di Empoli. Il suo sorriso e la sua spensieratezza si sono spenti nello spogliatoio. «Non per me – precisa Valentina – Il suo sorriso, largo e caldo come quello che mi fece quando gli annunciai il mio fidanzamento, lo terrò sempre nel cuore. Come del resto, tutto di lui. Non sappiamo ancora con certezza la data dei suoi funerali, ma posso dirle fin da adesso che non sarà un addio. Samu sarà per sempre con me, in ogni mio giorno».