Firenze, 7 luglio 2015 - Squadre di poliziotti scelti e addestrati a Nettuno a intervenire in casi di emergenze di tipo terroristico, dunque in «scenari di elevata criticità». Sono le Unità di intervento rapido – appunto Unità operative antiterrorismo – già in servizio in alcune città, e da oggi anche a Firenze: il capoluogo toscano rientra infatti a pieno titolo tra i «territori sensibili», più a rischio di azioni dimostrative e/o di incursioni secondo le valutazioni della nostra Intelligence. Progetto voluto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano dopo gli attentati di Parigi, elaborato e reso attivo a marzo da un ordine riservato emesso dal Viminale. Obbiettivo, mettere a disposizione delle questure e dei territori squadre preparate ad hoc, in grado di intervenire immediatamente, naturalmente in aggiunta alle strutture operative centrali.
Il personale – Gli agenti di questa unità operativa speciale sono volontari: hanno dovuto presentare domanda per farne parte, poi una commissione ha valutato le loro caratteristiche in base a una serie di test psicoattitudinali, medici e psicologici; idoneità e selezione sono state curate dagli uffici delle questure più direttamente interessate al progetto. Infine il corso teoria e pratica alla Scuola Superiorec di Polizia della cittadina laziale, tenuto anche da istrutturi del del Nocs (nucleo operativo centrale di sicurezza) e quindi addestramento in buona parte ricalcato su quello delle teste di cuoio.
Indicazioni ai questori – Tre le indicazioni fornite ai questori – e tra questi anche il questore di Firenze Raffaele Micillo – quelle sulle procedure preselettive. Duei requisiti esclusivi richiesti ai ‘nuovi’ agenti: non aver compiuto il 45° anno di età; aver svolto o svolgere attività di controllo del territorio in Uffici della Questura e in subordine presso altri Uffici della Polizia.
Armi in dotazione – L’unità operativa così addestrata avrà in dotazione armamento ed equipaggiamento specializzati: il fucile mitragliatore a canna lunga sul modello dell’arma in dotazione a una unità d’elite, ma dell’Esercito, di straordinaria fama: la Brigata Paracadutisti «Folgore». Poi caschi e giubbotti antiproiettile.
Compiti primari – Prevenzione, vigilanza «dinamica» specie sugli obiettivi sensibili: centro, musei, istituzioni civili e religiose in primis. Gli agenti controlleranno la città stando in strada. In caso di problemi, avranno compiti di primo intervento ( «misure di autotutela e di reazione operativa» in caso di attacco»). Le squadre saranno inquadrate negli uffici prevenzione generale: le Volanti. Le nuove unità insomma integreranno il dispositivo di controllo del territorio, in modo da fornire un supporto altamente specializzato ai colleghi che ogni giorno controllano la città.
giovanni spano