Firenze, 4 marzo 2016 - Nel magazzino delle meraviglie di Villa La Quiete, spettacolo archiettonico incastrato fra le caviglie del monte Morello, c’è un quadro del Botticelli che farebbe gola ai musei di mezzo mondo. Faccenda strana perché, appunto, "L’incoronazione della vergine" dipinta dal maestro fiorentino, non campeggia su una parete speciale come sarebbe naturale immaginare, ma in una rimessa quasi fosse il comò della nonna che stride con l’arredo domestico. Possibile? Già.
"Da anni ci battiamo chiedendo alla Regione che venga adeguato e reso fruibile il percorso museale della struttura, ma alla fine il problema non è mai stato risolto e ci tocca tenere in magazzino un Botticelli. E’ paradossale ma è così" stringe le spalle Franco Crescioli, dipendente dell’Università e factotum della villa che, quando può, organizza visite guidate nei corridoi senza nascondere qualche imbarazzo nel tener chiusa la porta della stanzetta dove il dipinto, di proprietà dei Beni culturali, se ne sta in perenne attesa in compagnia di due quadri del Ghirlandaio.
C’è di più. Villa La Quiete è di proprietà della Regione ma non si sa ancora per quanto. L’assessore al bilancio Vittorio Bugli l’ha infatti inserita nel piano delle alienazioni assieme a un carnet di immobili d’eccellenza, fra i quali spiccano Villa Basilewsky, l’ex ospedale di Luco, la Fortezza da Basso e Palazzo Bastogi. In soldoni la bella villa che ‘nasconde’ tesori è sul mercato e un gigantesco punto interrogativo avvolge il destino delle opere che ci sono dentro.
Uno scenario che certo non fa saltare di gioia uno come il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani che arte e storia le mastica 365 giorni l’anno e che non più tardi di quindici giorni fa a Villa La Quiete depose una corona in memoria dell’Elettrice Palatina. Il mal di pancia di Giani, contrario sia alla vendita del gioiello di Castello ("L’unica cosa giusta sarebbe trasformarlo in un centro museale") che di Palazzo Bastogi, si è cristallizzato durante l’ultima seduta del consiglio regionale in uno scontro piuttosto acceso con il collega di partito Bugli. La questione è dunque aperta e Giani non arretra perché, dice, "non sarà mai favorevole alla vendita di due immobili così importanti nella storia della città".
Intanto il Botticelli resta lì, guardato a vista dalle orecchie silenzione di un allarme antifurto ma invisibile al mondo. Curioso: proprio mercoledì il sindaco Dario Nardella, in visita ufficiale a Londra, ha inaugurato la mostra di arte moderna dedicata al genio rinascimentale fiorentino, dal titolo ‘Botticelli Reimagined’ al Victoria and Albert Museum.
"La mostra è un inno a Botticelli e a Firenze - ha sottolineato a Londra il sindaco – è fonte di entusiasmo vedere come la storia dell’arte, a partire da alcuni modelli intramontabili, possa costituire una comunità internazionale coesa grazie a valori ed esperienze artistiche che mettono al centro la bellezza, l’eleganza e la sensibilità". E ancora: "Reimmaginare significa far parte di un ‘rinascimento in progress’ ed è questo che cerchiamo di incentivare e coltivare anche a Firenze per non restare ostaggi di un passato che non può e non deve rappresentare una scomoda eredità".
Tutto giusto. Speriamo solo che a Londra non sappiano mai che qui, dove il genio di Botticelli è sbocciato, abbiamo un tesoro in magazzino che la Regione non sa bene a quale parete appendere.