EMANUELE BALDI
Cronaca

Caso Botticelli, Nardella non ci sta La Regione: «Massimo impegno»

Il sindaco: «A Londra il pittore è osannato, qui non è valorizzato»

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Firenze, 5 marzo 2016 - «Fa riflettere il fatto che proprio mentre a Londra si osanna Firenze e Botticelli scopraimo, grazie a La Nazione, che qui ci sono opere da valorizzare». E’ stupito il sindaco Dario Nardella che appena tre giorni fa, nel Regno Unito, ha visto gli appassionati d’arte inglesi stropicciarsi gli occhi di fronte alle meraviglie del maestro fiorentino al taglio del nastro della mostra ‘Botticelli Reimagined’ e al suo rientro ha appreso la notizia dell’«Incoronazione» ‘dimenticata’.

Ma come – sembra riflettere il sindaco – Oltremanica impazziscono per i dipinti del Botticelli e noi teniamo una sua opera chiusa a chiave in una villa? Come si risolve questo pasticcio? «Sono sicuro che la Regione Toscana non rimarrà insensibile e ne parlerò il prima possibile con la vicepresidente Barni» incalza Nardella passando di fatto la palla a Palazzo Bastogi, dove l’argomento ‘Villa La Quiete’ (la struttura che ospita l’opera di Botticelli e che è stata inserita nel piano delle alienazioni) ha creato qualche frattura nel Pd con il presidente del Consiglio Eugenio Giani che si è scontrato con l’assessore al bilancio Vittorio Bugli, sostenendo che sarebbe un grave errore vendere il gioiello di Castello. Proprio ieri pomeriggio il reponsabile del Bilancio è intervenuto sulla questione assieme alla collega Monica Barni, assessore alla cultura. Una nota piccata in cui i due esponenti del Pd respingono le ‘accuse’ di Franco Crescioli, dipendente dell’Università e guida della Villa, che ieri - raccontando del Botticelli ‘nascosto’ - evidenziava, tra le righe, un po’ di «distrazione» da parte della Regione, troppo lenta a sostenere il definitivo allestimento di un circuito museale a Castello.

«Sono quantomeno infondate le polemiche di chi vorrebbe segnalare un disinteresse della Regione rispetto ai suoi immobili di particolare pregio storico e culturale» attaccano Bugli e Barni. «La realtà - sottolineano - è ben diversa. La Regione - ci viene spiegato - ha un discreto patrimonio immobiliare, in parte suo e in parte di aziende regionali, prime fra tutte quelle sanitarie. «Vogliamo cercare la strada migliore per meglio valorizzarlo – ripetono i due assessori – Presenteremo questo patrimonio a potenziali investitori dopodiché, verificato l’interesse, capito se c’è qualcuno disposto ad acquistarli oppure gestirli, prenderemo le decisioni opportune». E ancora: «Stare fermi significherebbe infatti lasciar sì che questo patrimonio proceda verso il degrado».

Villa La Quiete, per la Regione, presenta caratteristiche più confacenti ad una gestione da parte di soggetti esterni di alcune sue parti. «Ma lo potremo verificare – dice Bugli – solo a seguito del percorso che stiamo seguendo. E ogni decisione dovrà essere presa in accordo con l’Università». Sul caso è intervenuto ieri anche Jacopo Alberti (Lega Nord): «Villa la Quiete - ha detto - deve rimanere nelle mani della Regione e deve essere pienamente valorizzata. Secondo me si dovrebbe aprire al pubblico e si potrebbero così utilizzare, finalmente, le tante opere d’arte che giacciono melanconicamente e colpevolmente negli scantinati degli Uffizi».