Firenze, 2 luglio 2010 - Ha parlato per la prima volta, Emanuele Cipriani, interrogato come teste al processo di Firenze per 'indagini illegali' (dossier costruiti attingendo direttamente a banche dati dello Stato). "Ricevevo incarichi da Pirelli e da Telecom - ha dichiarato Cipriani , titolare dell'agenzia di investigazioni private Polis d'Istinto di Firenze - fornendo informazioni riservate su migliaia di nominativi di persone e società. Avevo contatti con i dirigenti della security di queste grandi società".

 

In primo lugo Cipriani a fatto riferimento all'ex carabiniere Giuliano Tavaroli, capo della sicurezza di Telecom, ''amico fin dall'infanzia'', e referente di Tronchetti Provera per le questioni di sicurezza. Cipriani ha anche spiegato che ''era molto conosciuto'' presso queste grandi società ''grazie al nome'' che lui stesso si era fatto nel corso degli anni per la sua attività di investigatore privato.

 

Cipriani è imputato a Milano in un procedimento connesso a quello di Firenze e in aula oggi nel capoluogo toscano è stato ascoltato in merito ai suoi rapporti con quattro imputati. Si tratta di un carabiniere, due poliziotti e un funzionario dell'Agenzia delle entratre, accusati di corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e accesso abusivo ai sistemi informatici. Cipriani ha ammesso di avere avuto contatti diretti solo con uno degli imputatu, il brigafiere dei carabinieri.