Firenze, 6 luglio 2010 -  Un fiorentino avrebbe prima chiesto a Gianfranco Rotondi se davvero era il ministro poi lo avrebbe aggredito dicendo che  ''gli augurava caldamente di morire''. L'episodio è accaduto sul viale Lavagnini. Stando alla ricostruzione die fatti,  un uomo avrebbe interrogato il ministro chiedendo conferma fosse lui, quindi , dopo la risposta affermativa, gli ha detto che gli ''augurava caldamente di morire''. Sono le parole che ''un distinto signore'' fiorentino ha rivolto al ministro per l'Attuazione del programma di Governo.

 

''Un'aggressione solo verbale'', come l'ha definita lo stesso Rotondi, alla quale lui spiega di aver reagito cercando di parlare con l'uomo che lo ha avvicinato mentre il ministro stava prelevando dei soldi da un bancomat, nei pressi del
centro di Firenze dove questo pomeriggio si trovava ''per motivi inerenti la professione di mia moglie''.  ''Gli ho chiesto perché mi dicesse questa cosa - ha spiegato Rotondi che era insieme a uno degli uomini della sua scorta che il ministro non ha fatto intervenire - e lui mi ha risposto che mi disprezzava molto come disprezza tutto il Governo e, per questo motivo augurava la morte a tutti noi''.

 

Poi, secondo quanto raccontato dal ministro l'uomo, prima di andarsene, ha aggiunto: ''Io non credo alle iettature, credo solo all'odio. Lei, invece, magari ora andra' anche in chiesa a pregare''. ''Sì, è vero, andrò in chiesa a pregare per lei'', gli ha risposto Rotondi, ''e poi sono andato davvero a farlo''.  ''Quanto è successo è sconcertante per la modalità e perché è successo in una strada di Firenze - ha commentato dopo il ministro -. Anche questo penso sia frutto dello scontro mediatico che troppo spesso va in scena in Tv: la gente pensa che sia giusto fare così anche in strada''. ''Dovrò stare più attento - ha concluso Rotondi - perché oltre alla mia persona mi rendo conto di esporre al pericolo le persone che mi proteggono''.