Firenze, 10 agosto 2010 - Molto discussa la vicenda Macchiarini, il super chirurgo che ha effettuato il primo trapianto di trachea a Careggi. Il dubbio permane. Macchiarini va a resta? La mèta, eventualmente, sarebbe Stoccolma. In ogni caso Macchiarini fa parlare di sé con un altro grande successo: il trapianto di trachea su un bambino londinese di 11 anni che è stato realizzato nel marzo scorso all'ospedale pediatrico Great Ormond Street di Londra dal professore assieme al professor Martin Elliott e a un equipe di medici e chirurghi inglesi.

 

Macchiarini ne aveva dato notizia pochi giorni dopo a Firenze in collegamento video da Londra con i medici che avevano operato con lui. Nell'operazione, aveva spiegato il chirurgo, sono state usate le cellule staminali del paziente per rigenerare la trachea all'interno del suo stesso organismo: è la prima volta che questa procedura è stata attuata su un bambino ed è anche la prima volta in cui un'intera trachea è stata trapiantata.

 

L'organo, prelevato un mese prima all'ospedale di Livorno, era stato decellularizzato a Careggi, ovvero erano state tolte le cellule del donatore, in modo che una volta impiantato non attivasse reazione di rigetto. La trachea era stata trasportata a Londra dalla speciale unità logistica dei trapianti del Nucleo operativo di Protezione Civile di Firenze. Durante l'operazione, durata circa 4 ore, Macchiarini ha irrorato la trachea di cellule staminali del bambino e da fattori di crescita; quindi è stata impiantata.

 

''L'organismo del bambino è usato come bioreattore - aveva detto Macchiarini sottolineando l'inizio della rigenerazione in atto - e questo apre nuove frontiere. Credo che le cellule staminali siano una risorsa non sfruttata in pieno. Sono contento che un italiano abbia portato a termine un'operazione unica al mondo''. ''Le prossime dimissioni del bambino dall'ospedale e il suo ritorno a casa - spiega oggi il direttore sanitario dell'ospedale Careggi, Valtere Giovannini - dimostrano la validità dell'idea che ha portato all'intervento e apre nuove prospettive per la medicina''.