Firenze, 12 agosto 2010 - La città delle bici per ora resta un sogno. La conferma arriva dalle lettere, mail, telefonate di protesta che arrivano ai giornali. Piste ciclabili a metà, alcune interrotte da lavori in corso, altre che finiscono nel bel mezzo di un incrocio. Tratti che non sono collegati tra loro e così la rete delle piste assomiglia a uno spezzatino. I collegamenti ciclabili con le periferie della città del tutto insufficienti. E i ponti sull’Arno dove le piste sono assenti (fatta eccezione per il Ponte Santa Trinita). A rendere la strada ancora più in salita c’è la mancanza di spazi dove parcheggiare le bici. Insomma, muoversi in bicicletta a Firenze è davvero complicato e pericoloso.

 

Chi — per fare un esempio — arriva alla stazione di Santa Maria Novella scegliendo l’accoppiata treno-bici tanto reclamizzata, si trova di fronte più di un ostacolo. Intanto le bici a noleggio — se non hai la tua parcheggiata da qualche parte nel caos dei dintorni — costano 8 euro per un giorno se sei un turista o se non sei residente a Firenze. Chi viene insomma dal Mugello, o dal Chianti, paga 8 euro. Salito in bicicletta, sei costretto a infilarti nell’inferno del traffico intorno alla stazione, tra bus, pullman di turisti, auto, moto, furgoni. Non c’è una pista ciclabile che ti accompagni fuori dall’ingorgo e passarci in mezzo diventa pericoloso, oltre che poco salutare. Se invece arrivi alla stazione in bicicletta il problema è dove lasciarla. Le rastrelliere non bastano e le bici avvolgono tutte le transenne. Ora che sparisce anche lo spazio sotto la pensilina — in attesa dei posti sotterranei — il problema aumenta.

 

E altrove la situazione non è migliore. La zona di piazza San Marco e dintorni (via La Pira, via Cavour, via della Dogana) è diventata «il quadrilatero della morte, come la chiamiamo noi universitari», ha scritto la biologa Graziana Fiorini ricordando «i moltissimi bus Ataf e granturismo che scaricano centinaia di turisti ogni giorno». Poche settimane fa avevano scritto ai giornali, protestando, studenti e docenti che frequentano il polo scientifico di Sesto. Più di recente è esplosa la protesta perché sono state cancellate le rastrelliere alla stazione di Campo di Marte per i lavori Tav. «Rimozioni di bici e di rastrelliere si ripetono puntuali, senza offrire alternative», ripetono i ciclisti. A gennaio le associazioni organizzarono una protesta singolare— il funerale delle bici — per dire che quasi un anno dopo l’insediamento della giunta Renzi, nonostante le tante promesse, per chi si muove in bici non era stato fatto nulla. Eppure il numero di persone che usa la bici per spostarsi è in aumento.

 

 

A ottobre una trentina di volontari di Cittàciclabile e Firenzeinbici si organizzarono e ai varchi della Ztl si misero a contare quanti transitavano su due ruote, in motorino e in bici, tra le 7.30 e le 9.30. Le bici in entrata furono 4186 contro 12.574 moto, in uscita invece 1407 biciclette e 1839 moto. Scrivono le associazioni che il traffico ciclistico è pari al 28% del traffico a due ruote. «Considerando anche i percorsi misti — sottolinea Massimo Boscherini, presidente di FirenzeInBici — a Firenze dovremmo avere circa 70 chilometri di piste ciclabili.

 

 

I problemi maggiori per i ciclisti? Tanti. Le rastrelliere che mancano, ora abbiamo perduto quelle di Campo di Marte e della stazione di Santa Maria Novella. Poi mancano i collegamenti tra i vari rami delle piste esistenti, molti tratti senza attraversamenti, i ponti sprovvisti di piste ciclabili. L’insufficiente collegamento verso le periferie. A Novoli c’è un troncone ma non il collegamento con viale Redi. Anche la direttrice sud verso il centro deve essere rivista. E in centro occorre prevedere direttrici di attraversamento sfruttando le corsie preferenziali esistenti. Da tempo chiediamo un tavolo di concertazione col Comune che finora non ha fatto quasi nulla per migliorare la vita di chi si muove in bicicletta: circa il 10% degli spostamenti quotidiani in città avvengono in bici». In attesa di un piano di rilancio da Palazzo Vecchio, Boscherini spedisce un messaggio al Comune dopo l’abbattimento della pensilina alla stazione: «Chiediamo che venga garantito un parcheggio di superficie gratuito, oltre a quello sotterraneo a pagamento. Quest’ultimo, sul quale ‘tratteremo’ poi le tariffe, deve essere un’alternativa, non l’unica soluzione».

 

 

E sulla questione interviene anche Aduc (diritti degli utenti e consumatori) con una nota del presidente Vincenzo Donvito: «Con l’abbattimento della pensilina della Stazione dicono che verranno realizzati parcheggi sotterranei a 50 centesimi al giorno e si parla di parcheggi gratuiti di superficie dove sia possibile legare la propria bici temporaneamente. Non si sa come quest’ultima ipotesi sarà praticabile. Ma i pendolari che usano la bici scendendo dal treno inizieranno a parcheggiare ovunque, dato che 15 euro al mese è un costo elevato. Cosa succederà? Le forze di polizia dovrebbero portare via le bici parcheggiate fuori delle rastrelliere. Ma vogliamo un contenzioso dilaniante tra amministrazione e pendolari? Auspichiamo che i parcheggi non siano a pagamento».