Firenze, 31 ottobre 2010 - Vive una doppia vita il quartiere di Novoli. Di giorno è il caos, con le auto in coda o in doppia fila davanti a banche e uffici. Di sera la desolazione prende il sopravvento e in strada ci sono solo prostitute e residenti che rincasano. Troppo facile definire dormitorio questa periferia anonima (come tante in Italia), con i casermoni frutto del boom edilizio degli anni ’60. Un quartiere in cerca di un’identità definita, che potrà (forse) trovare con il trasferimento degli uffici nel nuovo tribunale (a giugno 2011) e l’apertura del multisala, atteso da commercianti e residenti di via Forlanini come il miglior antidoto alla “piaga” di Novoli: la prostituzione.

 


''Ho investito qui i risparmi di una vita - racconta Tamara Torrini, titolare del pub Tommy, davanti a cui la sera stazionano le prostitute - l’apertura del Multiplex dovrebbe migliorare la zona, ma i lavori sembrano infiniti e noi siamo assediati dalle prostitute. La polizia viene spesso, le porta via, ma la notte dopo è la stessa storia. Aspettiamo tutti l’apertura del multisala perché la luce e il traffico di sera allontaneranno questo schifo. Assieme ad alcuni commercianti e residenti, abbiamo costituito l’associazione VivereNovoli, perché vogliamo che il quartiere torni ad essere dignitoso''. E basta scorrere i commenti lasciati sul sito www.viverenovoli.blogspot.com per rendersi conto che a Novoli l’emergenza si chiama anzitutto prostituzione.

 


Eppure ieri, all’indomani della rapina alla gioielleria Cellini, il consigliere comunale del Pdl Marco Stella ha lanciato un allarme criminalità: ''Occorrono misure urgenti per risolvere la questione sicurezza a Novoli, serve coordinamento tra le forze dell’ordine e la Polizia Municipale e serve soprattutto presenza sul territorio. Che fine ha fatto il vigile di quartiere? Dove il presidio del territorio? I commercianti di Novoli si impegnano quotidianamente per valorizzare il quartiere, le istituzioni facciano la propria parte''.

 


Ma l’unica cosa che i commercianti chiedono all’amministrazione è il completamento dei cantieri. ''Abbiamo organizzato le notti bianche, con i negozi aperti e le strade chiuse - racconta Luisa, che lavora in un bar di viale Guidoni - ma serve a poco se non ci sono i servizi''. D’accordo anche Patrizia, che fa la parrucchiera in via di Novoli, a un passo dalla gioielleria rapinata: ''Lavoro qui da 31 anni e ho visto crescere il quartiere, mai subito rapine, mai assistito a scippi o episodi di delinquenza. E’ un quartiere popolato in gran parte da extracomunitari e questo forse contribuisce a dare una percezione di minore sicurezza, ma questo non è il Bronx. Basta leggere i giornali per vedere che le risse e lo spaccio sono in centro e non qui''.

 

La pensa così anche Francesco, gestore del bar Vuenne, adiacente alla gioielleria Cellini. Venerdì, dalle vetrine del suo locale ha assistito alla liberazione dell’ostaggio da parte dei carabinieri. «Abito a Novoli da 34 anni, quella di ieri è la prima rapina che vedo in zona. Il vero problema qui è l’integrazione con gli extracomunitari». Più diretto Stefano, comandante dei vigili in un Comune della provincia: ''Se ci fossero problemi di criminalità non avrei scelto di vivere a Novoli Questa zona ha gli stessi problemi delle periferie delle grandi città: pochi servizi e tanti immigrati e prostituzione''.
Ritorna sempre, come un refrain, il nervo scoperto di Novoli.

 

E Giuseppe, che lavora nel tabacchi all’inizio di via Forlanini, azzarda: ''Se il sindaco volesse risolvere davvero questo problema, farebbe un’ordinanza antiprostituzione come è stato fatto in altri Comuni. Basta multare i clienti per far sparire le lucciole. Speriamo che il Multiplex apra presto, la vita nel quartiere le allontanerebbe''. Ma a sbirciare l’area di cantiere si ha l’impressione contraria. Tre muratori lavorano a ritmo di lumaca, l’unica persona solerte è il vigilante che si premura di allontanare i curiosi.