Firenze, 9 dicembre 2010 - «TUTELARE San Salvi come Auschwitz», scriveva su Repubblica Pietro Clemente nell’agosto di quest’anno, aprendo un appassionato dibattito che aveva radici lontane nel tempo. Il 13 dicembre 1998, il direttore di San Salvi Carmelo Pellicanò chiuse definitivamente il manicomio fiorentino. Ad oltre 20 anni dalla legge Basaglia, anche Firenze “liberò” i matti! La festa di chiusura celebrò l’entrata in città degli ultimi folli ancora rinchiusi in manicomio e l’ingresso a San Salvi di una compagnia teatrale da me diretta, i «Chille de la balanza», che avrebbe legato tanta parte del proprio lavoro alla presenza consapevole della città e dei fiorentini nei cosiddetti tetti rossi. Più tardi Pellicanò annotava: «Ricordare le atrocità e le ingiustizie dei manicomi è sempre cosa utile. (...) Non partiamo dall’anno zero. Non si possono cancellare, per diminuita tensione politica e culturale, anni di lotta che hanno dato precise indicazioni, anche se hanno bisogno di una nuova piattaforma su cui ripartire date le mutate condizioni storico-culturali e ambientali. Noi utopici ancora crediamo che sia possibile avere un luogo dove fare scandalo attraverso la nostra presunzione di lettori della storicità del folle, quando ci misuriamo con la frantumazione, l’appiattimento e la negazione dell’essere deviante.

 

A distanza di dodici anni, molto è stato fatto per la restituzione di un pezzo importante della città, enorme è ed è stata la partecipazione di artisti, intellettuali, comuni cittadini alle cose sansalvine. Nel marzo 2009 un importante Forum ha visto la presenza di psichiatri, antropologi, architetti, psicologi, storici, fotografi e finanche poeti e filosofi, tutti concordi sulla necessità di tener viva una memoria di San Salvi. Gli enti che si occupano di San Salvi (Comune, Asl 10, Università, Regione, Provincia…) da tempo hanno informalmente dato il loro assenso alla costituzione di una Fondazione per una memoria viva di San Salvi - da intestare a Pellicanò, ma dopo oltre un anno e mezzo, nulla è stato formalmente deciso: perché? Intanto gli archivi si distruggono nei sottoscala, alcuni uomini e donne, “memoria del manicomio”, ci lasciano, scritte e dipinti come lo storico murales del maggio 1978 vengono cancellati da sorde ristrutturazioni, corrono voci di strane lottizzazioni e….Tutto ciò mentre cresce il numero dei giovani attenti ed impegnati su San Salvi: tesi di laurea, seminari, dottorati di ricerca nascono giorno dopo giorno; gruppi facebook prendono vita e si relazionano l’un con l’altro. Studenti di psicologia, architettura, antropologia, storia del teatro, legge, storia contemporanea hanno ormai formato un piccolo esercito di amici di San Salvi.
 

 

Ecco perché gli organizzatori del Forum (Lanzara, Restivo e il sottoscritto), la signora Pellicanò (moglie dell’ultimo direttore), donne e uomini di cultura, e tanti giovani studenti hanno deciso di rompere gli indugi e organizzare questo evento per domenica 12 dicembre dal titolo «100 persone, 100 idee per l’ex città manicomio».

 


L’elenco dei soci e le idee che arriveranno saranno consegnati a tutti gli enti pubblici, lunedì 13, giorno di discussione del piano strutturale di Firenze in consiglio comunale, ad avvalorare un’idea di democrazia come partecipazione. Tutti i cittadini sono invitati all’evento sansalvino - che vedrà anche momenti spettacolari con la presenza libera di tanti artisti - magari portando con sé anche qualcosa da bere e mangiare, da condividere con gli altri.