Firenze, 12 marzo 2011 - «A fine marzo, quindi fra pochi giorni, chiuderò le sedi fatiscenti del viale Volta e di San Salvi: porterò il cuore dell’Ispo a Ponte Nuovo, a Careggi. Sarà il primo passo verso il grande rilancio...». Il professor Gianni Amunni (nella foto), dal 15 dicembre scorso direttore generale dell’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, che sottopone a screening oltre 32 mila donne l’anno, risponde alle polemiche di questi giorni, e alle interrogazioni presentate in consiglio regionale da Stefano Mugnai e Alberto Magnolfi (Pdl) per dimostrare che non ci sono «scricchiolii» o «silenzi imbarazzati».
Ma che esiste, invece, un grande progetto di espansione capace di proiettare l’Ispo al primo posto in Toscana e a consolidare la sua posizione come interlocutore del ministero della sanità che gli ha affidato, per citare un esempio, lo screening per tutt’Italia di chi è esposto all’amianto.
Professore, il trasferimento dalla sede storica di viale Volte ha provocato allarme...
«Ora siamo in un condominio, con difficoltà di parcheggio. Da aprile agiremo da tre sedi: Ponte Nuovo per le epidemiologie; Villa delle Rose per screening e esami di laboratorio; viale Amendola per senologia clinica. Ma al massimo fra un anno e mezzo tutto l’Ispo verrà concentrato a Ponte Nuovo. Daremo vita al più grande centro di diagnostica e prevenzione non solo italiano ma internazionale».
Concentrerete che cosa?
«Tutta l’innovazione per la prevenzione oncologica: Tac del polmone, Psa della prostata...».
Intanto, come scrivono Mugnai e Mangolfi, lei ha liquidato gli specialisti delle ecografie...
«Non li potevo più prorogare, la normativa sulle convenzioni non lo permetteva. Del resto, non erano legati all’oncologia. Ho preferito mantenere la missione dell’istituto e mi sono assicurato che non influissero sulla funzionalità dell’Ispo».
Non è uno spreco lasciare costose macchine nel viale Volta?
«Non abbiamo spostato una cappa chimica perchè a Villa delle Rose ce ne sono due. Risparmiamo su trasporto e collaudo».
Perchè due direttori sanitari?
«Ho nominato un nuovo direttore sanitario (la dottoressa Chiara Neri) per avere almeno un’altra unità medica nella direzione sanitaria. L’altro contratto è poco oneroso: 30 mila euro l’anno...».
Il «grande rilancio» in che cosa consiste?
«Il ministero ci ha confermato nel ruolo di osservatorio italiano sullo screening, strumento con cui vengono controllati gli screening di tutte le Regioni. E svolgeremo controlli su tutti coloro che sono esposti al rischio amianto».
Vi ingrandite, diventate sempre più un riferimento nazionale, ma tagliate inesorabilmente i precari.
«Sono una quarantina e la legge non consente il rinnovo dei loro contratti. Però ho preso l’impegno di non abbandonare nessuno: studierò, insieme alla Regione, ogni soluzione possibile».
E’ vero che sono diminuite le donne che rispondono al vostro invito di sottoporsi allo screening?
«Non direi proprio. Nel 2010 abbiamo invitato il 93,3% delle donne fiorentine: il 72,4% di queste sono venute all’Ispo. Vuole la cifra? 32.404. E 20 mila sono state le mammografie cliniche. E queste cifre sono destinate a salire considerata l’estensione dei controlli a tutta la Toscana. Ecco, io sono stato nominato da tre mesi, però posso dire che l’Ispo cresce e si sta lasciando alle spalle problemi e difficoltà del passato».
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