Firenze, 23 aprile 2011 - UNA PASQUA di meditazione, poi mercoledì 27 nuovo faccia a faccia tra il sindaco Matteo Renzi e le ditte incaricate di realizzare la linea 2 e 3 della tramvia. Ma c’è da scommettere che nessuna delle due parti si presenterà con un romoscello d’olivo. Renzi non sposterà il suo obiettivo che resta 1000 giorni per chiudere i lavori e fare entrare in esercizio entrambe le linee. Per raggiungerlo, come noto, lavoro notturno ma anche 3-4 piccoli cantieri che dovrebbero sostituire il cantiere unico come nello sciagurato caso della linea 1. Ma i cantieri ‘a grandezza variabile’ come dovrebbero essere nelle intenzioni di Palazzo Vecchio è uno dei nodi su cui si giocherà la partita mercoledì, visto che le imprese invece ritengono impossibili. Per intendersi, ‘variabili’ perché a tutta carreggiata durante le ore notturne, a carreggiata ridotta per far passare le auto durante la giornata.
La delibera di giunta del 28 marzo ha evidenziato come il Rup (responsabile unico del progetto) abbia individuato in 1138 giorni il tempo «congruo per lo svolgimento dei lavori per la realizzazione della linea 2 e in 1241 il tempo congruo per lo svolgimento dei lavori per la realizzazione della 3». Non solo. Il responsabile avrebbe determinato anche la possibilità — non scartata a priori dalle ditte — di «esecuzioni del lavori in 1000 giorni per la linea 2 e 1198 per la 3». Insomma, se da una parte la 2 sarebbe ‘salva’, per la 3 non ci sarebbe modo, pur facendo lievitare i costi.
Perché se da una parte la linea 2 nei tempi Renzi si potrebbe fare, dall’altra il Rup esclude categoricamente che la 3 stia sotto i 1198 giorni. Tornando indietro agli oneri maggiori, al momento si possono solo ipotizzare, partendo da dati certi, quelli cioè, indicati dagli ‘Incrementi degli oneri dopo la revisione del progetto’. Revisione che indicava 1216 giorni per la linea 2 (si partiva da 1875) e 1198 (soglia ultima) per la linea 3 (contro i 1776).
Per realizzare tutto questo gli euro da mettere in più sarebbero stati oltre 20 milioni, circa 8 milioni per la 2, quasi 4,5 per la 3 con ulteriori spese accessorie (tra incremento materiale e mano d’opera e costi cantiere) per raggiungere i 20.327.327,04 euro complessivi. Eppure una quantificazione vera e propria di quanto ci vorrà per arrivare a quota 1000 si avrà solo mercoledì. C’è chi sostiene che la partita si gioca attorno ai materiali di scavo. Sono questi — il loro smaltimento — a far lievitare o meno i costi. Se si tratta di terra normale si parla di 8 euro a tonnellata, in caso dovessero essere trattati come rifiuto speciale si arriverebbe a dieci volte di più. E non è un dettaglio da poco.
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