Firenze, 14 maggio 2011 - LA FUTURA estensione delle zone pedonali, piazza Pitti e via Tornabuoni, ha scoperchiato il pentolone della sopportazione e della protesta dei disabili che si sentono particolarmente presi di mira «anche alla luce di alcune scelte precedenti, come quella di escluderci di fatto dalla possibilità di accedere a piazza Duomo, limitando di fatto la nostra libertà». Ecco perchè la Consulta comunale degli invalidi e handicappati rompe gli indugi e in una conferenza stampa ha, ieri, criticato apertamente la decisione annunciata dal sindaco Matteo Renzi di estendere la zona pedonale di tipo A (quella più restrittiva in assoluto). «Questo modo di amministrare — spiega il presidente Michele Cirrincione — costringe i disabili che vogliano vivere la città, come è loro diritto, a sobbarcarsi una serie di affaticamenti e di disagi che di fatto portano molti a desistere, rinunciando a un loro diritto costituzionale alla mobilità».
 

 

UN CONCETTO ribadito con forza, rifacendosi a un termine molto caro a Renzi. Cirrincione, infatti, sottolinea come «non accettiamo che si rottami ancor di più chi è già abbastanza ‘rotto’, togliendoci dalla vista dei ricchi benpensanti che girano per le vie chic degli antiquari e dell’alta moda» e che poi «questo modo di operare, oltre a interdire l’accesso alle auto dei disabili, impedisce l’accesso agli stessi disabili per i quali l’auto è l’unico ausilio che consente di muoversi in sicurezza e senza affaticamento per lunghi tratti delle strade delle città».
Secondo i disabili — quasi 20mila coinvolti dalla futura pedonalizzazione — «la riscoperta da parte del sindaco ‘del piacere di camminare a piedi’, in questo contesto suona offensivo per le persone disabili» perchè «coincide con la negazione del diritto costituzionale alla mobilità per una categoria di cittadini che non possono sentire le proprie gambe muoversi sotto di essi per portarli dove vogliono».
Non solo. La Consulta porta allo scoperto anche un retroscena visto che le decisioni concertate con l’assessore alla mobilità, Massimo Mattei e i suoi tecnici, sulla ‘volontarietà dell’abbinamento della targa dell’auto al telepass’ «vengono disattese e modificate da decisioni, del sindaco, contrarie, che pongono interrogativi reali sui poteri dei vari organi di governo».
 

 

«CITTADINI — si spiega nella nota — rigettati quindi nel ghetto delle periferie con un atto che si colora di emarginazione razzista». I disabili tengono a sottolineare come non siano contrari alle pedonalizzazioni, «ma vogliamo essere considerati pedoni e le nostre gambe sono le auto su cui possiamo muoverci. Da tempo abbiamo chiesto un incontro con il sindaco, ma evidentemente a Renzi non interessa la Consulta e probabilmente non gli interessano neppure i disabili, visto che non si è degnato di risponderci». E sulle ‘accuse’ per l’uso improprio dei permessi arancioni la Consulta risponde così: «Siamo i primi a volere maggiori controlli sui permessi e soprattutto sulle commissioni mediche che li rilasciano, perché per usi scorretti e rilasci ‘facili’ non può essere penalizzata una categoria intera».
 

 

LA CONSULTA ha incassato anche la solidarietà delle principali organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) che in una nota congiunta, firmata dai segretari generali di Firenze (Fuso, Pistonina e Marchiani), si dicono «preoccupate dell’atteggiamento e del comportamento dell’amministrazione comunale, condividendo le enormi difficoltà che i lavoratori e pensionati sono costretti a subire. Si tratta di cittadini al pari degli altri, con gravi difficoltà motorie, ai quali sarebbero interdette le aree pedonali. Per questo sosteniamo la richieste della Consulta, invitando l’amministrazione di individuare le soluzioni più attinenti alle richieste dei disabili».