Firenze, 27 maggio 2011 - DOVREBBERO essere dieci minuti, il tempo di far scendere o far salire i turisti. Invece le soste s’allungano, spesso in doppia o tripla fila, lungo un marciapiede dissestato e infestato da vu cumprà e perfino spacciatori di droga. Welcome to Florence, benvenuti a Firenze, cari turisti che avete scelto il pullman per venirci a trovare. Benvenuti nella giungla, tra code chilometriche ai checkpoint, scarichi e soste selvagge che fanno imbufalire quelli che non ripartono, noi, i fiorentini. Un po’ perché gli autisti fanno i furbetti, un po’ perchè la ricettività difetta di coordinamento.
Ma andiamo per ordine. Cominciamo dall’arrivo. La prima tappa, obbligata, per i torpedoni, è il checkpoint di viale Visconti Venosta, alla fine del raccordo di Varlungo,a Firenze Sud.
Qui i bus pagano quello che il Pdl definisce un salasso: 270 euro, «con riduzioni - dicono i consiglieri comunali Jacopo Cellai e Francesco Torselli - unicamente per i mezzi che trasportano in alberghi del territorio comunale».
Ma la “convivenza” tra bus e residenti, si fa subito difficile. Il checkpoint in alcune ore della giornata non riesce ad accogliere tutti i pullman in arrivo, il cui numero quotidiano, in assenza di qualsiasi forma di contingentamento, è per tutti ignoto.
Nell’attesa del proprio turno, i torpedoni intasano così il viale, tappano i passi carrabili di abitazioni e aziende della zona. Tutto con i motori accesi. Poi, una volta pagato il ticket, comincia il tour vero e proprio. Il punto di approdo più gradito è appunto quello di lungarno Pecori Giraldi, vicino agli Uffizi e al centro. Anche qui, però, si registrano altre palesi infrazioni al regolamento d’uso: a causa dell’intasamento, i bus parcheggiano anche uno di fianco all’altro, arrivando a prendersi perfino tre corsie del viale. A discapito del decoro e del tempo massimo consentito per l’operazione, ovvero dieci minuti. Ma una volta scaricati i turisti, i problemi sono finiti? Nient’affatto: comincia l’impresa più ardua. Perchè adesso il pullman deve trovare parcheggio presso una delle aree di sosta indicata dal piano bus, al costo di venti euro al giorno. I parcheggi sono negli spazi contrassegnati davanti alla piscina Costoli e sotto alla Maratona, allo stadio, in via Palazzeschi, in viale XI Agosto, in piazzale Galilei e in lungarno Aldo Moro.
Molti conducenti optano per la sosta davanti al teatro Saschall, ma gli spazi non sono più che una dozzina. E finiscono alla svelta. Allora in tanti ripiegano sul lungarno Colombo, e gli spazi che dovrebberso essere riservati esclusivamente alle auto lungo la piscina di Bellariva sono quotidianamente un rettilineo di bestioni abusivi in attesa di riprendersi a bordo i propri visitatori. E i residenti, qui come altrove, sopportano fumi e vibrazioni di mezzi eternamente in moto per mantenere il clima a bordo, sia in estate (quando il condizionatore è a tutta), sia in inverno.
Per Locchi e Sabatini (Pdl) è un discorso anche d’immagine. «Appena un turista posa il piede a Firenze si trova su un marciapiede completamento dissestato, davanti all’ex mercatino multietnico. Un autista ci ha detto che dopo le 20.30 questa zona è completamente invasa dagli spacciatori, i bagni ci sono ma sono squallidi, nel giardino ci sono ancora i rami caduti per la nevicata. I servizi che ricevono, insomma, non sono commisurati alla cifrra che pagano. E pensare che a Parigi, un pullman spende 60 euro al giorno e ha il posto al parcheggio coperto».
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