Firenze, 30 maggio 2011 - 'La Regione convochi un tavolo di concertazione'. E' l'appello affinchè tutte le istituzioni toscane prendano in carico la questione dei 70 rifugiati politici e richiedenti asilo che ieri hanno occupato lo stabile di via Slapater a Firenze.
A riferirlo è il Cospe (Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti) che sottolinea: "Non può essere un unico Comune come quello di Firenze a fronteggiare il caso dei rifugiati".
"Chiediamo - continua il Cospe - che sia la Regione a convocare un tavolo di concertazione e negoziazione con i rappresentanti dei rifugiati, l'Anci che gestisce lo Sprap (servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e se necessario facilitatori di associazioni che come noi lavorano ai diritti di cittadinanza e con le associazioni locali di migranti".
Tra i 70, tutti di nazionalità somala, eritrea ed etiope, 16 donne e 6 bambini.
"Si tratta di persone che scappano da paesi in guerra e da realtà difficili con conflitti in corso e a cui lo status di rifugiato consente, secondo direttive europee, di avere un sussidio e accoglienza.
Invece ancora nonostante le molte richieste e i molti disagi il gruppo continua a denunciare indifferenza delle istituzioni, a vagare da un luogo all'altro e a subire sgomberi forzati come è accaduto la scorsa settimana nel piazzale dei bambini di Beslan, di fronte alla Fortezza da Basso, dove era stata approntata una tendopoli di fortuna. Una risposta quella degli sgomberi che non risolve il problema e che non persegue la linea della accoglienza civile e solidale che ci ha distinti, come Regione, nel caso dei migranti tunisini sbarcati a Lampedusa e accolti in vari comuni toscani".
La Cospe, data anche la vicinanza di sede con lo stabile occupato, si è reso disponibile a ospitare tavoli di dialogo con istituzioni e anche con i vicini e il quartiere per mantenere la situazione calma e pacifica come è stato finora.
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