Firenze, 8 luglio 2011 - SEIMILA volantini distribuiti nel quartiere di Novoli per dire ‘No al degrado’. Che poi è anche lo slogan del manifesto affisso sul camioncino bianco circondato da almeno una sessantina di partecipanti al presidio organizzato ieri sera, a partire dalle 21, in via Forlanini.
No al degrado e no alla prostituzione. E’ questo il messaggio che i residenti della zona, vigilati dalle gazzelle dei carabinieri, gridano al microfono messo a disposizione dal ‘comitato di Novoli’, promotore della protesta, di cui è portavoce Carmelo Marchese. «Il nostro è un quartiere degradato, sì, ma prima non era così. Abito qui dal 1958, sono nata in questa strada - dice una manifestante - e fino agli anni ’70, questa zona era il fiore all’occhiello della città. Dovrebbero fare qualcosa per rimetterla in sesto, è un punto strategico per chi arriva e per chi parte. Siamo vicini all’ospedale e allo stesso tempo al centro. C’è anche l’università. Cosa aspettano a riqualificare questo pezzo di città?».
Donne con bambini, una anche in dolce attesa, anziani, giovani coppie: sono stanchi. Qualcuno si dice anche rassegnato. «Non è solo la prostituzione — esordisce un altro residente —. Trovo escrementi di esseri umani sul marciapiede che percorro quotidianamente». E si torna alla stessa domanda: «Il Comune deve fare qualcosa, ma cosa sta aspettando?». «Chi di dovere agisca, ma noi per primi dobbiamo attivarci - prende la parola la signora in dolce attesa - servono più attività culturali». Di giorno, ma la notte il problema si ripropone. E allora avanzano le ipotesi, le proposte: «Dovrebbero creare dei luoghi solo per le prostitute, non lasciarle in strada a tutte le ore».
Un giovane padre si dice anche imbarazzato quando rientra a casa con i figli che gli chiedono «chi sono queste signore?». I toni sono accesi. Il messaggio è chiaro, ed è rivolto al sindaco Renzi: «Più considerazione per i nostri problemi e meno degrado». Ma non serve spostarlo da una parte all’altra ‘il degrado’, piuttosto combatterlo. «Perché non è solo la prostituzione in sé il fenomeno da stroncare — suggerisce Michele — piuttosto le condizioni in cui nasce e prospera. Ciò che è davvero degradante è lo sfruttamento delle donne costrette a prostituirsi».
© Riproduzione riservata