Firenze, 27 luglio 2011 - QUANDO ormai si stava arrivando a definire, con una firma su accordi già presi da passate amministrazioni, il protocollo storico la Regione (ma soprattutto l’assessore ai trasporti Ceccobao) si è messa di traverso. Aspetto, questo, che ha mandato su tutte le furie il sindaco Renzi, visto che sul tavolo dell’accordo finale (con Ferrovie e anche la Provincia) è ‘spuntata’ l’uscita della stazione Foster in via Circondaria, per i pendolari, come aveva ipotizzato l’ex assessore ai trasporti Gianni Conti. Non solo. Bisognerà accontentarsi anche delle direttrici di traffico già esistenti lungo l’asse Circondaria-Redi, con il viale già messo a dura prova anche dai futuri lavori per la linea 2 della tramvia. Ma questa, però, è tutta un’altra partita, ancora da giocare. I riflettori, adesso, sono tutti sulla stazione Foster e delle infrastrutture che dovrebbero girarle attorno, come il ‘people mover’ (il trenino di collegamento con Santa Maria Novella) che la Regione vorrebbe, mentre Palazzo Vecchio lo ha inserito nelle ultime necessità. A Firenze, intesa come amministrazione comunale, interessano maggiormente altre opere di ’compensazione’ per i disagi e i probabili problemi che questa mastodontica opera creerà alla città e ai fiorentini.
ECCO CHE RENZI, irritato dalla presa di posizione della Regione, ha lanciato strali verso Palazzo Panciatichi e con le Ferrovie è tornato a battere cassa, chiedendo molto di più oltre agli 80 milioni indicati da più parti. Soldi, comunque, da reinvestire subito per la realizzazione del cosiddetto ‘tubino’ proprio sotto la Foster (collocazione della quale poco gradita dal ‘rottamatore’: «Ai Macelli è la soluzione peggiore»). Un sottoattraversamento per bypassare il nodo della nuova stazione per raggiungere, dalla Fortezza da Basso, la zona di via delle Panche. Non solo. Renzi è tornato a chiedere con forza all’ad di Ferrovie, Mauro Moretti, la possibilità di passare, con il tracciato della linea 2 della tramvia (quando partirà), attraverso la palazzina del Mazzoni (all’angolo tra viale Belfiore e viale Redi), sfruttando l’area ferroviaria che costeggia proprio la fine di viale Redi. E proprio per implementare il servizio di trasporto pubblico su ferro, Renzi ha richiesto il definitivo via libera per utilizzare la strada ferrata in superficie che collega la Leopolda alle Piagge per realizzare la linea 4 della tramvia.
Un percorso che si stava avviando nella direzione giusta, ma messo a rischio, secondo il sindaco, da questa uscita della Regione. La conferma che qualcosa non va è arrivata anche dalla giunta di Palazzo Vecchio che non ha votato l’accordo Tav che era stato presentato, segno che alcuni aspetti della questione non convincono. In mattnata, come nel suo stile, il ‘rottamatore’ non le aveva mandate a dire.
«SE FERROVIE è nelle condizioni di presentare un progetto serio noi siamo disponibili a verificare le carte, ma i punti che da due anni stiamo dicendo che non ci convincono sono ancora tutti lì». Punti elencati qualche riga sopra e che, come sembra, non sono condivisi tra tutti gli enti. «Vedremo se da qui ad agosto — ha spiegato Renzi — Ferrovie presenterà un documento che noi possiamo firmare. Per il momento non siamo nelle condizioni di dare il via libera a niente». In ogni caso, ha poi aggiunto «se qualche assessore regionale chiacchierasse un po’ di meno e lavorasse un po’ di più, probabilmente l’accordo sarebbe già chiuso». Evidente il riferimento all’assessore regionale Ceccobao.
SCHERMAGLIE, si dirà, che però danno l’esatta dimensione del problema, e evidenziano come Regione e Comune siano spesso distanti. In serata, però, l’asse Renzi-Rossi, almeno sulla tav sembrava rinsaldata dopo un cartellino giallo che il governatore ha dato al suo assessore «colpevole» dell’ultimo caos istituzionale.
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