Firenze, 18 agosto 2011 - NON RUBARE, ovvero non infrangere il settimo comandamento del dettato cattolico, sopratutto all’interno della chiesa di San Salvatore a Monte che dal cucuzzolo di Monte delle Croci alle spalle del Piazzale, abbraccia con lo sguardo il tondeggiante profilo del cupolone.
La pena terrena invocata ai «piani superiori) dai frati franecscani, secolari custodi della basilica, potrebbe essere un fastidioso contrappasso per ‘stimolare’ la redenzione dell’incauto ladro.
ESASPERATI dalla recente raffica di furti culminata con la sparizione di una Bibbia dal leggio, i frati minori hanno così deciso momentaneamente di dirigere le loro preghiere verso la redenzione del ‘fratello’ mariuolo chiedendo al Signore «che a questo ladro faccia venire una forte cacarella e che questa sia di stimolo per aiutarlo a non compiere nuocvi furti nella sua vita».
Il messaggio, come riportato dal Nuovo Corriere di Firenze, è stato esposto in bella vista all’inizio dell’unica navata centrale in modo che il monito sia visibile a tutti i visitatori che ogni giorno affollano la basilica. La chiesa di San Salvatore, realizzata alla fine del quattrocento da Simone del Pollaiolo, resta aperta quattordici ore al giorno costituendo un facile bersaglio per malintenzionati a caccia di sacri beni.
Silenzio, visitatori alla spicciolata, bellezze affidate al rispetto di tutti. Insomma anche un facile bersaglio se non si fosse nella casa del Signore e quindi naturalmente ci sarebbe necessità di innalzare lo spirito dell’educazione. Purtroppo non sempre è così tanto che i frati hanno dovuto lanciare una pubblica reprimenda con richiesta di intercessione dall’alto.
LA FACCIATA della basilica rispecchiante i dettami della semplicità e della povertà francescane, costituisce assieme a S.Spirito e S.Niccolò Oltrarno il trio del ‘classico’ fiorentino, la cui sobrietà è riassunta nella frase che accoglie i visitatori all’ingresso ‘O beata solitudo, tu sola beatitudo’, emblema dell’ordine fdei frati minori.
Nonostante la chiesa di San Salvatore al Monte sia subordinata al fascino romanico della vicina sorella maggiore San Miniato, ogni giorno viene raggiunta da molti turisti e appassionati d’arte che vi si recano alla ricerca di alcune delle perle più pregiate del cinquecento italiano.
AL SUO INTERNO sono esposte opere di inestimabile valore che fanno la felicità di centinaia di turisti come la ‘Deposizione’ in terracotta di Giovanni della Robbia, le cinquecentesche vetrate realizzate per mano del Perugino, e il Monumento a Marcello di Virgilio Adriani, colui che firmò la condanna a morte di Savonarola. L’altare maggiore in passato ospitò la storica reliquia del saio di San Francesco d’Assisi, l’abito che il santo indossò nel 1224 quando ricevette le stigmate presso La Verna, ormai trasferita in Ognissanti.
MA OLTRE A FEDELI e turisti la basilica negli ultimi tempi ha accolto anche qualche ladruncolo che non si è fatto scrupoli nel sottrarre le Bibbie custodite nei leggii, la sparizione dell’ultima delle quali, donata all’Ordine da un benefattore in sostituzione di una rubata in precedenza, ha scatenato l’«ira» dei Francescani che però non si sono arresi e, nei giorni scorsi, hanno rimesso al loro posto le Antiche scritture.
Nell’attesa che il maltolto venga restituito ben due Bibbie, una in italiano e l’altra in inglese campeggiano sopra al leggio a dimostrazione della incrollabile fede francescana sottolineata dalla prgehiera che «fratello ladro si redima restituendo la refurttiva».
«NONOSTANTE i furti nelle chiese fiorentine siano all’ordine del giorno — spiegano due frati ‘prestati’ dalla basilica dallaVerna alla Chiesa di San Salvatore — raramente le sparizioni vengono denunciate, in una basilica come questa, aperta quattordici ore al giorno è facile che qualche malintenzionato approfitti della situazione». Così ai frati minori è venuta l’idea di dare uno ‘stimolo’ più terreno che spirituale in modo da ripulire conuna sacra purga la coscienza del mariuolo.
Vedremo se il timore del supplizio lassativo sortirà l’effetto previsto, nel frattempo consigliamo al malfattore un rapido pentimento o, in alternativa, una dieta povera di fibre.
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